Gli esseri umani sono creature profondamente sociali, e molta parte dei loro successi derivano dalla loro capacità di lavorare insieme in comunità complesse: ciò sarebbe difficile se non fossimo in grado di empatizzare rapidamente l’uno con l’altro e di prevedere l’uno i pensieri, le motivazioni ed i sentimenti dell’altro. Il semplice vedere qualcuno che rabbrividisce è abbastanza per farci sentire freddo, come dimostrato da una recente ricerca britannica. Gli esseri umani, dunque, sarebbero vulnerabili al cosiddetto “contagio della temperatura”, un cambiamento di natura psicologica ed involontaria che ci aiuterebbe ad empatizzare l’uno con l’altro ed a vivere in comunità. Si pensa che mimare un’altra persona possa aiutare a creare un modello interno del suo stato psicologico, che possiamo usare per comprendere meglio i suoi sentimenti e motivazioni. Secondo la ricerca in questione, guardare un video in cui un attore immerge le mani in acqua fredda determina un calo immediato della temperatura delle mani, ma essa non tende ad aumentare se l’attore nel video immerge le mani in acqua calda. Probabilmente ciò si deve al fatto che il video “caldo” era meno potente, in quanto gli unici indizi del fatto che l’acqua fosse calda consistevano nella presenza di vapore e nel colorito roseo delle mani dell’attore, mentre nel video “freddo” erano visibili cubetti di ghiaccio per l’intera durata del filmato. Tuttavia, sussistono anche dati a supporto del fatto che le persone potrebbero essere maggiormente sensibili al prossimo quando quest’ultimo ha freddo che quando ha caldo. (PLoS ONE, 2014; 9: e116126)
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