
Pubblicata sulla rivista Developmental Cell, la scoperta pone le basi per rendere inagibile questa ‘corsia preferenziale’ della patologia, come spiega Gianluca Canettieri del Dipartimento di Medicina Molecolare della Sapienza che ha coordinato il team di ricercatori coinvolti nella ricerca.
Il team, in pratica, è riuscito a ‘disinnescare’ le molecole coinvolte nella proliferazione del tumore (poliamine) con farmaci specifici: così facendo, sono riusciti a contrastare efficacemente la crescita tumorale in modelli preclinici.
“In attesa di verificare l’efficacia di questi farmaci nell’uomo – conclude Canettieri – questo studio aggiunge un importante tassello nella comprensione del medulloblastoma e apre importanti prospettive in ambito terapeutico”.
Tali osservazioni potrebbero infatti portare allo sviluppo di una terapia personalizzata del medulloblastoma e di altri tumori, come il cancro della prostata, del pancreas, del polmone, della mammella e del colon, frequentemente associati alla iper-attivazione delle stesse molecole responsabili.
