
Se si guarda a quanto i ricercatori partecipano alle funzioni religiose almeno una volta al mese, la Turchia scende al 33% e l’Italia diventa terza con il 27%. In tutti i Paesi presi in esame la percentuale di ricercatori religiosi è inferiore a quella della popolazione generale. “Solo una piccola minoranza di ricercatori in ogni contesto regionale pensa che scienza e religione siano in conflitto”, afferma Howard Ecklund, uno degli autori della ricerca. “In Gran Bretagna, ad esempio, uno dei Paesi più ‘secolari’, solo il 32% del campione ne è convinto. Per molti invece – conclude – la religione può fornire un ‘supporto etico’ nelle ‘zone grigie’ della ricerca”.
