Pillola del giorno dopo. Si può senza ricetta, ma poche (donne) lo sanno e pochi (farmacisti) lo dicono

contraccezione“Io non so, che tu non sai, che lui non sa”. Parafrasando il titolo di un film di Alberto Sordi dei primi anni ’80, si potrebbe sintetizzare così la situazione della contraccezione d’emergenza in Italia.Dove “Io non so” è rappresentato dal 42% delle donne che ritiene che per accedere alla contraccezione d’emergenza – la pillola del giorno dopo – sia necessario presentare la ricetta medica, “che tu non sai” dal 15% dei farmacisti che non è a conoscenza dell’eliminazione dell’obbligo di ricetta da parte dell’Aifa, e “che lui non sa” dal 53% – sempre di farmacisti – che considera la pillola del giorno dopo un prodotto “pericoloso”.

È questo il quadro che emerge da un’indagine nazionale che SWG – in collaborazione con Edizioni Health Communication – ha svolto sui temi della contraccezione d’emergenza, coinvolgendo un panel rappresentativo di 400 donne tra i 18 e i 40 anni e un campione di 100 farmacisti, distribuiti su tutto il territorio nazionale. La ricerca è stata presentata questa mattina a Roma in una conferenza stampa.

Contraccezione d’emergenza. Una storia partita quattro anni fa

Il cammino dell’accesso alla contraccezione d’emergenza parte nel 2012, quando l’AIFA – l’Agenzia Italiana del Farmaco – dà il via al dibattito sull’introduzione della “pillola del giorno dopo”. Un cammino che – con un immaginabile corteo di polemiche, dibattiti e prese di posizione – è proseguito fino a maggio del 2015, quando lo stesso ente regolatorio del farmaco, recependo la direttiva dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), ha sancito l’accessibilità alla contraccezione d’emergenza senza l’obbligo di ricetta a tutte le donne maggiorenni per la nuova pillola a base di Ulpristal acetato (ellaOne è il nome commerciale). L’obbligo di ricetta rimane valido per le minorenni.

Questo nuovo farmaco allarga a cinque giorni la finestra di intervento per impedire una gravidanza indesiderata, anche se, come ha ricordato Emilio Arisi, presidente della Società Medicina Italiana per la Contraccezione (Smic), “rimane valido il concetto che l’assunzione del prodotto contraccettivo debba avvenire quanto prima possibile. Sulla contraccezione d’emergenza continua a gravare uno stigma ormai anacronistico e privo di fondamento scientifico. Se Ema e Aifa hanno abolito la ricetta per acquistare la nuova pillola del giorno dopo è proprio per la sua eccellente tollerabilità. È quindi sbagliato, com’è emerso dai dati dell’indagine, che sia le donne sia i farmacisti ritengano il farmaco pericoloso: le donne devono essere tranquillizzate e i farmacisti devono comprendere che non c’è alcun fondamento scientifico per opporsi alla vendita. Mi colpisce anche il dato relativo ai farmacisti, convinti che le donne utilizzino con troppa facilità la pillola del giorno dopo. In realtà i dati di utilizzo di questa categoria di farmaci si mantengono in Italia tra i più bassi d’Europa: solo il 2,5% circa delle donne in età fertile ha, infatti, fatto ricorso alla contraccezione di emergenza. E ancora, mi meraviglia che solo 3 farmacisti su 10 sappiano che ellaOne è più efficace della vecchia pillola del giorno dopo”.

Per  molte donne l’accesso è ancora difficile
Come ammette un terzo dei farmacisti intervistati, l’atteggiamento di contrarietà si traduce in oggettive difficoltà di accesso al farmaco da parte delle donne proprio per la “resistenza” di questi professionisti a venderla senza ricetta, nonostante la nuova pillola, se assunta nelle prime 24 ore dal rapporto a rischio di gravidanza indesiderata, sia tre volte più efficace del vecchio farmaco e priva di rischi per la salute, come hanno riconosciuto le agenzie regolatorie europee e nazionali.

“La possibilità per le donne maggiorenni di poter acquistare la nuova e più efficace pillola del giorno dopo senza presentare la ricetta medica è stata un’importante conquista per il nostro Paese” ha commentato Francesca Merzagora, Presidente di Onda, l’Osservatorio che ha ricevuto proprio in questi giorni dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, una medaglia per i 10 anni di attenzione alla salute della donna. “La contraccezione di emergenza – ha aggiunto – è infatti l’ultimo baluardo per evitare il rischio di dover ricorrere a una interruzione volontaria di gravidanza che, oltre ad essere un’esperienza estremamente dolorosa per la donna, è anche un fallimento delle politiche di prevenzione e pianificazione della salute sessuale e riproduttiva. Costatare quindi che solo poco più di una donna su dieci conosce i propri diritti, è sintomatico di quanto ci sia ancora da fare sul piano della comunicazione. È quindi fondamentale che i farmacisti informino le donne in maniera corretta essendoci anche una Direttiva dell’Aifa molto chiara da rispettare. Nessun comportamento contrario può essere giustificato. A questo proposito – prosegue – mi sorprende che da quest’indagine emerga che la metà dei farmacisti continui a considerare la contraccezione di emergenza pericolosa dimenticando che questa è un presidio di prevenzione validato, sicuro ed efficace, come è stato ampiamente riconosciuto dai massimi organi autorizzativi internazionali, europei e nazionali”.

Un’alleanza trasversale per l’informazione

“Da questa ricerca – ha precisato Giulia Di Donato, sempre di Onda – emerge chiaramente che deve essere fatto un grande lavoro di informazione diretto alle donne. Tutte devono sapere che quello alla contraccezione è un diritto, che non può essere negato dal farmacista. La direttiva dell’Aifa è precisa e chiara: il farmaco non necessita di ricetta per le donne maggiorenni”.

Alla presentazione dei dati della ricerca SWG è intervenuto anche il senatore Andrea Mandelli, presidente del Comitato Centrale della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), che ha riconosciuto come il gap formativo e informativo debba essere colmato con interventi ad hoc. “I farmacisti italiani sono disponibili al dialogo con tutti gli attori del panorama della salute della donna e del suo diritto alla contraccezione. Metteremo a disposizione dei nostri professionisti materiali formativi e informativi anche all’interno dei corsi ECM”.
Marco Landucci

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