
La ricerca si è basata sulla revisione di dati relativi a un totale di 15 studi già pubblicati sull’argomento e individuato una relazione tra l’indole ottimista o pessimista e il rischio cardiovascolare e di morte prematura. Più precisamente, spiega Rozanski, “l’ottimismo è risultato essere associato a un rischio di morte premature ridotto dell’11% e a un rischio di infarto e ictus del 35% ridotto”.
“Si tratta di un’associazione sostanziale – continua il cardiologo – comparabile a quella osservata tra rischio di morte e sintomi depressivi, o pressione alta, o esposizione costante al fumo passivo”.
