Nuovo dispositivo per la diagnosi della neuropatia diabetica

Pupil

Un gruppo di ricercatori della National Chiao Tung University di Taiwan ha messo a punto una tecnologia ottica in grado di rilevare una complicanza precoce del diabete, la neuropatia autonomica diabetica, sin dalle primissime fasi, quando è più facilmente trattabile.

La neuropatia autonomica colpisce progressivamente le funzioni involontarie del corpo, come la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, i processi digestivi e la regolazione degli sfinteri. Può portare a conseguenze più o meno severe quali svenimenti, aritmie, incontinenza, nausea. Poter agire tempestivamente è fondamentale per limitare i danni alle strutture nervose e rallentare farmacologicamente il decorso della malattia.
L’aspetto critico è rappresentato dalla difficoltà di individuare la patologia all’esordio: nella maggioranza dei casi la condizione è rilevata quando sono già evidenti alterazioni d’organo e danni al sistema nervoso.

Il Pupillometro per una diagnosi precoce

La soluzione per una diagnosi precoce potrebbe essere rappresentata da un dispositivo ottico, il pupillometro, in grado di rilevare alcuni parametri pupillari alterati sin dalle primissime fasi della patologia. Lo strumento, ideato dal team del prof. Mang Ou Yang, pesa solo 78 grammi ed è montato sulla parte anteriore di un paio di occhiali. “ Il pupillometro- afferma orgogliosamente Ou Yang– è una soluzione affidabile, efficace, portatile e poco costosa per la diagnosi di neuropatia autonomica diabetica” .

Come funziona il dispositivo?

Il Pupillometro emette fasci di luce a 4 lunghezze d’onda differenti per stimolare la pupilla, e riceve il segnale emesso dall’occhio elaborandolo e trasformandolo in informazioni. Il dispositivo misura 10 parametri relativi al diametro della pupilla e ai tempi di risposta. Di questi 10, i ricercatori hanno scoperto che 5 sono significativamente differenti nei soggetti con neuropatia autonomica diabetica. Secondo Ou Yang, ci sono ottime possibilità affinchè questo strumento possa dimostrarsi sicuro ed efficace anche in fase clinica ed esser reso disponibile sul mercato entro la fine del decennio.

La prossima sfida per il team di Ou Yang sarà cercare di ridurre le dimensioni del dispositivo rendendolo ancora più compatto e maneggevole, aumentarne le funzionalità in modo da rilevare i parametri di tutte e due le pupille contemporaneamente e raccogliere un maggior numero di dati sperimentali sui pazienti diabetici. La sfida sembra accettabile e, con essa, la speranza di aggiungere un nuovo tassello nel mosaico della prevenzione del diabete e delle sue complicanze.

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