Matrimonio felice, la migliore terapia per l’ictus

Mescolando un po’ i proverbi, potremmo dire che due cuori e una capanna levano l’ictus di torno. O perlomeno ne mitigano le conseguenze. Infatti, chi ha un matrimonio stabile, non è mai stato divorziato o mai è andato incontro alla perdita del partner, ha migliori prospettive di sopravvivenza. Questa evidenza emerge da uno studio della  Duke University di Durham, in Nord Carolina, pubblicato sul Journal of the American Heart Association.

Gli studiosi hanno analizzato alcuni dati parte di uno studio sulla salute e la pensione negli Usa, l’Health and Retirement Study, che poggiava su 50 anni di interviste ai partecipanti, selezionando coloro che avevano avuto un ictus dal 1992 al 2010. In totale, sono stati presi in esame 2351 adulti di 41 anni e oltre. I risultati hanno evidenziato che il rischio di decesso dopo un ictus risultava del 71 per cento maggiore per coloro che non erano stati  mai sposati rispetto a chi aveva un matrimonio stabile. Per i pazienti che erano divorziati o vedovi, questo rischio risultava rispettivamente del 23% e del 25% maggiore, con un divario rispetto a chi aveva una relazione stabile che cresceva ancora per coloro che avevano sperimentato il divorzio o la perdita del partner più di una volta. Non vi erano, nel complesso, differenze sostanziali tra uomini e donne. Un risultato che in particolare ha destato sorpresa anche nei ricercatori è stato inoltre il fatto che neppure risposandosi si riuscivano a ridurre i rischi di un passato divorzio o vedovanza.

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