
In che consiste il modello ACS?
Si tratta di un sistema in cui chirurghi generali designati, coprono tutti i traumi, la terapia intensiva e la chirurgia d’urgenza fornendo una copertura completa, a tempo pieno, per 12 ore. Nel nostro modello i turni andavano dalle 7 alle 19 e viceversa. Nel modello tradizionale, invece, i chirurghi generali sono chiamati a casa per un intervento chirurgico di emergenza, e sono reperibili per 24 ore.
Qual era lo scopo iniziale dello studio?
Lo scopo dello studio era di esaminare se vi fosse una differenza negli esiti delle operazioni di appendicite quando i pazienti venivano trattati da chirurghi che lavoravano in turni di 12 ore seguendo il modello acute care surgery (ACS) a tempo pieno. Volevamo anche valutare l’impatto economico del modello sui costi ospedalieri.
Quali benefici avete osservato per i pazienti e per il chirurgo?
Per il paziente, significa che il chirurgo si dedica completamente alla cura dei casi di emergenza, senza cercare d’inserire il loro caso in un programma già completo. Ciò consente di effettuare operazioni più rapide, e quindi anche una dimissione più rapida dall’ospedale. È anche psicologicamente rassicurante sapere che il tuo chirurgo non è stanco perché ha lavorato tutto il giorno o è stato svegli tutta la notte prima di un intervento. Il modello, per il chirurgo, vuol dire una riduzione della fatica che comporta il lavorare 24 ore su 24 e spesso lavorare anche il giorno successivo. Con il passare del tempo, si spera che ciò riduca l’esaurimento che porta al burnout.
Quali sono i vantaggi economici del modello?
Da un punto di vista economico, abbiamo mostrato diversi vantaggi: tempi di intervento più brevi, riduzione dei costi intraoperatori dovuti alla semplificazione delle attrezzature e alle pratiche di standardizzazione in team e dimissioni più rapide senza aumento delle riammissioni.
