Life Science Excellence Awards. Aziende sempre più green e attente al sociale

L’industria farmaceutica e quella dei medical device, con il loro accesso a risorse, reti e competenze, sono in una posizione forte per guidare un cambiamento sociale positivo, in un certo senso ne hanno la responsabilità e ne sono ben consapevoli. Già di per sé, i risultati aziendali in questo settore sono strettamente correlati alla capacità di farmaci, dispositivi e programmi di migliorare e salvare vite umane. Le aziende hanno inoltre l’opportunità di fare ancora meglio e ancora di più per rispondere alle sfide della società di oggi, per esempio con i programmi di responsabilità sociale d’impresa.

Di questo si è parlato in occasione del terzo Excellence Show promosso a Roma da Sics Editore nell’ambito del Festival dell’Innovazione, che culminerà il 23 marzo con la premiazione dei TOP di ciascuna delle 16 categorie che compongono i Life Science Excellence Awards. Protagonisti del confronto sono stati Jacopo Murzi, General Manager di Moderna; Barbara Marini, Regional Vice President e General Manager di Advanz Pharma; Marco Caraglia, General Manager di Almirall; Alessandro Cappiello, Country Leader di Boston Scientific.

 

Dagli interventi è anzitutto emersa una convinzione condivisa: la responsabilità sociale è nel dna delle settore Life Science e non potrebbe essere altrimenti. “È al centro della ragione d’essere di ogni azienda di questo settore che troviamo il valore del miglioramento della vita umana. Per noi la responsabilità sociale non è un programma laterale al nostro core business. È la nostra missione”, ha detto Jacopo Murzi. “Sono convinto che le aziende e le persone che lavorano in questo settore condividano una passione e abbiano una vocazione verso la sostenibilità e la responsabilità sociale”, ha aggiunto Alessandro Cappiello. Barbara Marini ha anche sottolineato l’impegno delle industrie del settore per la valorizzazione delle donne e delle loro competenze, mentre Marco Caraglia ha sottolineato come l’industria del settore si sia resa protagonista di un’evoluzione che è andata oltre il prodotto e si è tradotta in servizi e soluzioni di valore aggiunto che hanno creato una connessione sempre più forte tra azienda e tessuto sociale.

Gli ospiti dell’Excellence Show sono quindi entrati nello specifico di cosa significa oggi, per un’azienda, essere sempre più green e socialmente responsabile.

“Questa epoca vede un’accelerazione importante dell’innovazione tecnologica a cui corrisponde un parallelo incremento del rischio d’impresa. Allo stesso tempo la società civile non sta più alla finestra, ma vuole essere parte attiva nei processi decisionali che riguardano la salute pubblica, che peraltro è un aspetto prioritario per ogni cittadino.”, ha detto Jacopo Murzi. “Ognuno di noi – ha proseguito – oggi ha la possibilità di reperire facilmente informazioni, di crearsi un’opinione e di agire di conseguenza. Ed è il nostro preciso dovere contribuire a creare questa nuova coscienza sociale su cui si fonda l’indispensabile rapporto fiduciario che dobbiamo stabilire con la società civile”.

Responsabilità significa anche sostenibilità. Termine che, ha sottolineato Alessandro Cappiello, “vuol dire molto più che essere green. Significa sostenibilità sociale, economica e anche, certamente, ambientale”. Da punto di vista ambientale, il Country Leader di Boston Scientific ha riferito come ormai tutte le aziende italiane stiano investendo e abbiano assunto impegni precisi in termini di energia rinnovabile.

Sul fronte della sostenibilità economica, il Country Leader di Boston Scientific ha sottolineato come, “ancora oggi troppo spesso si guarda al rapporto costo/beneficio di una innovazione valutandola nel breve termine, mentre è nel lungo termine che i vantaggi in termini di costi/benefici e di impatto sociale possono rivelarsi più rilevanti rispetto ad altre soluzioni”.

Dal punto di vista sociale, infine, Cappiello ha evidenziato come il 50% del personale del settore Life Science abbia “meno di 35 anni, un dato completamente in controtendenza rispetto a quanto avviene nel mondo del lavoro italiano, dove oggi la metà degli occupati è over-50”.

Barbara Marini ha quindi sottolineato come un settore fortemente attrattivo per i giovani ed in particolare per le donne con formazione STEM, sia un preziosissimo driver per lo sviluppo sociale ed economico del nostro paese; e naturalmente una straordinaria opportunità per il comparto Life Sciences Italiano per accelerare innovazione, e trasformazione del settore Health Care, grazie proprio all’ incontro generazionale, esperienziale e culturale .

La Regional Vice President e General Manager di Advanz Pharma ha poi evidenziato come quello della Salute sia anche un settore in cui l’innovazione è stata storicamente veicolata attraverso un processo regolatorio che per propria natura riflette avanzamenti clinici pregressi, determinando di fatto un gap tra il potenziale beneficio clinico e il perimetro dell’ uso della tecnologia sulla base della approvazione regolatoria.

Recentemente, ha detto Marini, “abbiamo assistito a cambiamenti, stimolati dai progressi della ricerca clinica sia tradizionale che evidenze generate in Real Life che stanno determinando una maggior connessione tra Regulatory Science e Clinical Science. In quest’ ottica, il rapporto tra operatore pubblico e aziende private sta evolvendo positivamente, anche attraverso studi collaborativi fondamentali, ad esempio, nel campo delle malattie rare ed ultra rare ”.

Marco Caraglia ha citato un ulteriore dato che dimostra l’impegno come migliorarsi, anche a vantaggio della società, sia un obiettivo costante delle industrie del settore Life Science e farmaceutico. Il dato è riferito all’oltre 10% dei fatturati che le aziende in Italia reinvestono ogni anno, in buona parte in Ricerca e Sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche e diagnostiche innovative, “ma anche per l’ottimizzazione dei processi produttivi e per la creazione di servizi a valore aggiunto a beneficio del paziente e dell’eco sistema sanitario. Grazie a questi investimenti – ha spiegato – le industrie del farmaco hanno anche migliorato la sicurezza su lavoro, facendo registrare la minore incidenza di infortuni per ore lavorate (-35% rispetto alla media del settore manifatturiero). Nel decennio 2007-2017, inoltre, l’industria farmaceutica ha ridotto del 74% l’emissione dei gas serra rispetto alla media del 26% degli altri settori produttivi e ha fatto registrare una riduzione di oltre il 50% dei consumi energetici rispetto al 13% medio del totale industria, investendo consistentemente in fonti di energia rinnovabile”

Produrre in maniera più efficiente, ha sottolineato il General Manager di Almirall, “conduce a migliori performance e ha una ricaduta positiva anche in termini di reputation e di capacità di attrarre cervelli e capitale”.

Per Jacopo Murzi, tuttavia, la responsabilità delle imprese deve trovare sponda in altri contesti, a partire da quello istituzionale. “Le tecnologie avanzano con un passo più veloce rispetto a quello con cui le infrastrutture dei singoli Paesi riescono ad adattarsi. Occorre avviare discorso di sistema, in cui ogni stakeholder ha un proprio ruolo per raggiungere l’obiettivo, a cominciare dai ministeri interessati, che non è solo quello della Salute ma anche dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Finanze”, ha concluso il General Manager di Moderna.

Parole che hanno trovato d’accordo Alessandro Cappiello, che ha sottolineato come “se fino a 50 anni fa le conoscenze mediche avanzavano così lentamente che un medico poteva concludere la propria carriera senza un particolare bisogno di aggiornarsi, oggi le conoscenze raddoppiano ogni 2,5 mesi. È chiaro che rimanere aggiornati è impossibile, soprattutto se vogliamo avere un approccio olistico al paziente, che richiede competenze specialistiche e trasversali. Da qui l’importanza della multidisciplinarietà e da qui il nostro impegno a formare e informare non più solo i medici, ma tutte le professionalità del mondo sanitario”. Una relazione che, per Cappiello, deve raggiungere anche “coloro che, all’interno del sistema sanitario o di una struttura ospedaliera, si occupano di accesso alle terapie, compresi quindi i referenti della programmazione organizzativa ed economica, dal livello ospedaliero a quello regionale e nazionale, ma anche il terzo settore, nelle sue molteplici articolazioni”.

Barbara Marini ha invece voluto rendere noto l’impegno di Advanz Pharma nei confronti dei paesi a basso e bassissimo reddito e delle fasce più fragili della popolazione, anche in Italia.

A chiudere gli interventi Marco Caraglia, che sottolineando ancora una volta il cammino virtuoso intrapreso dalle aziende del farmaco e della Life Science a favore della sostenibilità ambientale, ha ricordato come “l’Unione Europea ha approvato negli scorsi mesi una direttiva che richiede a tutte le aziende di pubblicare, entro il 2024, un bilancio di sostenibilità, che certificherà e migliorerà l’impegno di tutti i settori produttivi in questa direzione”.

Di seguito i vincitori nelle due categorie premiate e il nome di chi ha ritirato il riconoscimento anche a nome del Team di progetto.

di Lucia Conti

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