Fibrillazione atriale non valvolare: in arrivo un nuovo anticoagulante

fibrillazione atrialeEdoxaban (LIXIANA®) in monosomministrazione giornaliera, è efficace e sicuro anche per i pazienti affetti da fibrillazione atriale non valvolare (FANV) sottoposti a cardioversione elettrica, la procedura che utilizza scariche elettriche a bassa intensità per riportare alla normalità il ritmo cardiaco. Questi i risultati del nuovo studio ENSURE-AF, pubblicati su The Lancet e presentati da Daiichi Sankyo a Roma durante una Hot Line Session del Congresso ESC.

Questo nuovo anticoagulante orale sviluppato dalla casa farmaceutica giapponese, e distribuito in Europa con il nome commerciale LIXIANA, sarà prescrivibile anche in Italia in fascia rimborsabile dal prossimo 9 settembre, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 198 del 25 Agosto 2016 della Determina 1105/2016 che classifica Lixiana in classe A.

Con 2.199 pazienti affetti da FANV e sottoposti a cardioversione elettrica presso 239 centri clinici in Europa e America settentrionale, ENSURE-AF è ad oggi il più grande trial clinico su un anticoagulante orale non antagonista della vitamina K somministrato a questa popolazione di pazienti, e ha dimostrato che edoxaban in monosomministrazione giornaliera costituisce un’alternativa efficace e sicura al trattamento convenzionale rappresentato da enoxaparina e un antagonista della vitamina K (VKA), consentendo l’esecuzione di una rapida cardioversione con ecocardiogramma per via transesofagea (ETE).

“I risultati di questo trial possono avere implicazioni cliniche significative per i pazienti non anticoagulati a cui è stata recentemente diagnosticata la FA e che vengono sottoposti a cardioversione. Secondo il protocollo dello studio, a questi pazienti è stata somministrata la terapia con edoxaban, e già due ore dopo l’inizio del trattamento è stato possibile programmare la procedura di cardioversione, con approccio guidato con ecocardiogramma per via transesofagea”, ha spiegato Andreas Goette, primario del reparto di Cardiologia e terapia intensiva del St. Vincenz-Hospital Paderborn in Germania e sperimentatore principale dello studio.

“Dunque la dose di edoxaban in monosomministrazione giornaliera può essere una valida opzione di trattamento per i pazienti affetti da FANV sottoposti a cardioversione, come dimostrato dal più ampio set di dati prospettico mai utilizzato fino ad oggi per un anticoagulante orale non antagonista della vitamina K in questa condizione clinica”, ha concluso.

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