
In sostanza, l’anticiclone Nerone porta il caldo su praticamente quasi tutta l’Italia e la durata della fiammata, a fine evento, sarà di circa 13-15 giorni. In pratica “avremo – afferma Sanò – una vera e propria ‘tempesta di calore’, con addirittura 7 giorni di canicola e valori roventi”. La Heat Storm (Tempesta di Calore), come viene definita dal servizio meteo californiano, avviene quando le massime di almeno 38°C insistono per più di 3 giorni su una superficie molto ampia. Per quanto riguarda le previsioni, il tempo sarà caldissimo e asciutto al Centro-Nord fino a domenica. Possibilità di temporali sul meridione a causa di un’area depressionaria tra Sicilia e Libia: proprio tra Sicilia, Calabria e Campania si potranno avere disturbi temporaleschi pomeridiani che manterranno le temperature del Sud decisamente più basse che al Centro-Nord.
Il caldo record ha fatto, come previsto, aumentare le città da bollino rosso. Tra i 27 centri urbani considerati, oggi lo riceveranno Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina Milano Napoli, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste e Verona. Bollino rosso anche a Palermo, mentre giovedì lo avranno anche Venezia e Viterbo. Se si prendono come riferimento le città di Firenze, Milano e Roma, sul capoluogo toscano bisogna tornare indietro fino al 2011 per avere 39°C in questo periodo. Valore che per iLMeteo.it potrebbe essere raggiunto entro venerdì. A Roma-Ciampino si raggiunsero 38-39°C nel 2000 e nel 2007. Entro domenica questa temperatura potrebbe essere raggiunta nuovamente. Infine a Milano-Linate si toccarono i 37°C nel 2012.
Ed è gran caldo soprattutto in quota. La notizia del nuovo record italiano dello zero termico raggiunto alla stazione di radiosondaggio Novara Cameri a 5.328 metri “testimonia l’aumento senza precedenti delle temperature e l’inesorabile destino dei nostri ghiacciai alpini”, sottolinea Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente Cipra Italia. In crisi anche il ghiacciaio valdostano del Rutor: è emersa una perdita di superficie di circa 4 chilometri quadrati dal 1865 ad oggi, di cui 1,5 persi solo negli ultimi cinquant’anni. Sempre facendo un confronto con la situazione dei primi anni Settanta, la fronte del lobo destro si è ritirata di 650 metri mentre quella del lobo sinistro di 750 metri. L’ondata di caldo ha avuto riflessi negativi anche sul versante francese del Monte Bianco, dove il rischio di caduta di pietre sulla via normale è elevato, soprattutto lungo il canale del Goûter. La prefettura dell’Alta Savoia fa “appello alla responsabilità” degli alpinisti e “invita, se possibile, a posticipare l’ascesa”.
