Entro fine mese stretta No Pass e nuove regole ricoveri

Dal prossimo mese si entra con il certificato verde, base o rafforzato, ovunque eccetto che in supermercati, alimentari, ospedali e farmacie. E al momento resta un punto interrogativo sui negozi di intimo, edicole e tabaccai. Con le somministrazioni dei vaccini che prendono il volo – dall’introduzione dell’obbligo per gli over 50 sono state quasi 700mila le prime dosi – il Governo è pronto a modificare entro i prossimi 15 giorni le regole sul conteggio dei ricoveri da Covid. Prima ancora, la prossima settimana, si appresta a stilare la lista definitiva delle uniche attività ancora aperte a persone senza tampone, né siero, ovvero quelle sprovviste di Green pass. Il provvedimento – sotto forma di Dpcm – potrebbe arrivare in vista del prossimo Consiglio dei ministri e servirà a chiarire quanto contenuto nell’ultimo decreto anti-Covid, secondo cui il lasciapassare ‘base’ sarà necessario dal primo febbraio anche in uffici pubblici, servizi postali, banche e attività commerciali, ad esclusione dei servizi “necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona”.

Rimangono però dei punti su cui trovare una quadra: sarà sicuramente possibile andare dal medico, dal veterinario, andare a denunciare un reato, entrare in tribunale per testimoniare o accedere a determinate attività per esigenze urgenti di tutela dei minori, ma il dibattito è ancora aperto su altri luoghi da includere nella lista. La bozza messa a punto dal ministero della Pubblica amministrazione prevederebbe un numero limitato di eccezioni, guidate dal criterio dell’urgenza, ma il ministero dello Sviluppo Economico starebbe spingendo per una lista più ampia che includa anche tabaccai, edicole, librerie, negozi di giocattoli. Dal 20 gennaio invece – questo è già stabilito dall’ultimo decreto – barbieri, parrucchieri ed estetisti dovranno già chiedere il certificato verde base, quello ottenibile anche con un tampone, ai propri clienti.

Resta sul tavolo, nonostante lo stop momentaneo del ministero della Salute, anche la questione della modifica del conteggio dei ricoveri Covid invocata da più parti, in primis dai governatori. A questo fronte si è aggiunto nelle ultime ore anche il sottosegretario Pierpaolo Sileri, il quale si dice “d’accordo sulla necessità della revisione, che potrà essere fatta nei prossimi giorni, forse entro un paio di settimane, con una distinzione tra coloro che sono positivi al virus ed i malati. La comunicazione dei dati deve essere aggiornata e – sottolinea – la nuova fase dell’epidemia deve portarci entro breve a rivedere le regole soprattutto per la gestione degli ospedali”. In effetti, secondo l’Oms, il Paese si sta “avvicinando moltissimo al picco” di Omicron. Il direttore europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Hans Kluge, loda anche la strategia del governo italiano e del ministro Speranza contro la pandemia: “stanno seguendo la strada giusta – dice – con vaccinazioni, booster e mascherine”.

Proprio sulla scia di uno degli ultimi provvedimenti dell’Esecutivo riprendono quota le prime dosi: ieri ne sono state effettuate quasi 92mila, il dato più alto dall’inizio della quarta ondata. E da quando, lo scorso 7 gennaio, è stato annunciato l’obbligo di vaccino per gli over 50 e del super pass per lavorare , sono state fatte in Italia quasi 685mila prime dosi. Prima del record stabilito ieri con quasi 92mila somministrazioni, il giorno con più vaccinazioni è stato l’8 gennaio, quando il decreto è stato pubblicato in gazzetta: poco più di 82mila prime dosi in 24 ore. Numeri che puntano ad alzare oltre il 90% la percentuale degli immunizzati, per correre ai ripari contro un virus mutato e sempre più rapido: “Omicron raggiungerà tutti, non c’è scampo – avverte Sileri – Non c’è dubbio che entro la fine del 2022, salvo che arrivi un’altra variante, quasi tutta la popolazione avrà incontrato questa variante. Chi è vaccinato sarà  più protetto e potrà avere probabilmente una forma più leggera”.

di Lorenzo Attianese

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