Diabete tipo 2: una nuova soluzione arriva dalla chirurgia, ma non è per tutti

obesoNuovi scenari si aprono per la cura del diabete di tipo 2. Una soluzione che potrebbe portare anche alla remissione della malattia arriva infatti dalla chirurgia bariatrica, utilizzata principalmente nei casi di obesità. A scriverlo, per la prima volta, sono 45 associazioni di diabetologi di tutto il mondo in un aggiornamento delle linee guida pubblicato su Diabetes Care. Attenzione però, la chirurgia per perdere peso come
trattamento per il diabete “è un’opzione importante, ma non è per tutti”. A mettere in guardia è Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid).

Le nuove raccomandazioni prevedono che la chirurgia sia raccomandata per trattare il diabete nelle persone con obesità di classe 3, con Bmi sopra 40, o in quelle con obesità di classe 2 (tra 35 e 39,9) che non riescono a controllare la glicemia con la dieta e le terapie mediche. Dovrebbe anche essere considerata tra le opzioni per i pazienti con un indice tra 30 e 35 in cui la glicemia èfuori controllo. “Questo potrebbe essere il cambiamento più radicale nel trattamento del diabete di tipo 2 da quasi un secolo”, afferma Francesco Rubino, chirurgo italiano che lavora al King’s College di Londra e primo autore delle linee guida, in un editoriale su Nature.

“Questo sviluppo segue diversi test clinici che hanno mostrato che la chirurgia gastrointestinale può migliorare i livelli di glucosio nel sangue più efficacemente che qualunque intervento sullo stile di vita o farmaceutico, e portare anche alla remissione della malattia a lungo termine. In questi studi fino all’80% delle persone trattate cinque anni dopo l’intervento ha o una remissione o un livello di glucosio che può essere stabilizzato con meno farmaci o con l’esercizio e la dieta”. Altre ricerche, spiegano le linee guida, hanno mostrato una diminuzione della mortalità e di diverse complicazioni del diabete nei pazienti operati. “I costi dell’intervento – sottolinea Rubino – possono essere recuperati in due anni grazie alle minori spese per farmaci e terapie”.

Certo è che “bisogna ricordare che chiunque non abbia un’obesità importante non deve essere trattato – precisa Sesti – La chirurgia è una opportunità importante per una tipologia di pazienti, quelli appunto con una marcata obesità con una o più complicanze, perché aiuta se non addirittura guarisce il diabete togliendo il fattore di rischio principale. Quello che ci preoccupa è che c’è una tendenza ad abbassare il livello di obesità per cui i chirurghi operano, a nostro avviso inizia ad essere troppo aggressiva la terapia, in quanto la sicurezza a lungo termine di un intervento del genere ancora non è nota”.

L’intervento, sottolinea l’esperto, va effettuato in centri specializzati. “Il nostro suggerimento è di valutare questa opportunità facendosi seguire da centri diabetologici seri, valutare il rapporto costo-beneficio e non abbassare troppo il limite, anche perché abbiamo molte terapie efficaci per il controllo della malattia. Bisogna individualizzare la cura per il paziente, e non dare false aspettative, inoltre l’operazione deve essere fatta da mani esperte in centri appropriati”.

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