
La ricerca ha riscontrato che i diabetici che mangiavanoalmeno cinque porzioni a settimana da 28 grammi di frutta secca, presentavano il 17% in meno delle probabilità di sviluppare una cardiopatia rispetto a quelli che non consumavano più di una porzione a settimana.
Anche solo una porzione di frutta secca potrebbe comunque fare bene al cuore. Per i soggetti diabetici, l’aggiunta di un’ulteriore porzione di frutta secca a settimana è stata associata a un 3% in meno delle probabilità di sviluppare patologie cardiache e al 6% in meno del rischio di decesso per problemi cardiaci.
“Questi dati forniscono nuove evidenze a sostegno del consiglio di integrare la frutta secca nei modelli dietetici salutari per la prevenzione delle complicazioni delle patologie cardiovascolari e dei decessi prematuri nei soggetti diabetici”, ha dichiarato l’autore principale dello studio Gang Liu, ricercatore in nutrizione presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston.
Lo studio
I ricercatori, guidati da Gang Liu, si sono serviti di questionari sull’alimentazione compilati da 16.217 persone di entrambi i sessi prima e dopo aver ricevuto la diagnosi di diabete.
Le domande riguardavano il consumo di arachidi e frutta a guscio durante un periodo lungo diversi anni. Tutti i partecipanti presentavano diabete di tipo 2.
Durante lo studio, 3.336 persone hanno ricevuto diagnosi di patologie cardiovascolari. Tra queste, 2.567 casi di cardiopatia e 789 ictus. I decessi sono stati 5.682, di cui 1.663 per una patologia cardiovascolare e 1.297 per neoplasia.
La frutta secca è risultata comunque associata a un minor rischio di cardiopatia anche dopo che i ricercatori hanno considerato altri fattori di rischio per i problemi cardiaci come il periodo trascorso da quando i pazienti avevano ricevuto diagnosi di diabete, l’obesità, le abitudini alimentari e di esercizio fisico, l’uso di farmaci e la misura in cui avevano consumato frutta secca prima della diagnosi.
La frutta a guscio come noci, mandorle, noce brasiliana, anacardi, pistacchi, noci pecan, noci macadamia, nocciole e pinoli era più strettamente correlata a un minor rischio di cardiopatia rispetto alle arachidi, che in realtà sono legumi che crescono sottoterra.
I commenti
QLo studio non è stato un esperimento controllato volto a dimostrare se o come la frutta secca protegge le persone diabetiche dalle cardiopatie. Tuttavia, è possibile che il consumo di tale alimento contribuisca a migliorare il controllo della glicemia e l’infiammazione grazie, almeno in parte, alla presenza nella frutta secca di nutrienti quali acidi grassi insaturi, fibra, vitamina E e folati e di minerali come calcio, potassio e magnesio, osserva Gang Liu.
“Un motivo per cui la frutta a guscio potrebbe essere più protettiva è che tende ad essere consumata con la buccia o con la scorza esterna, dove si trovano la maggior parte degli antiossidanti (almeno le comuni noci, mandorle e nocciole), mentre le arachidi vengono generalmente ingerite senza il guscio”, commenta Emilio Ros dell’Hospital Clinic di Barcellona, non coinvolto nello studio.”Inoltre, le arachidi di solito vengono tostate e salate. Il sale aggiunto potrebbe contrastare il beneficio dei componenti originari del frutto”.
Fonte: Circulation Research, online 19 febbraio 2019
Lisa Rapaport
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
