Le malattie di Michelangelo: è aperta la caccia

David MichelangeloDall’artrosi alla gotta, dall’intossicazione da piombo al gozzo: è caccia aperta alle malattie di Michelangelo. Stanno infatti per aprirsi nuovi scenari di ricerca dopo la recente scoperta nei suoi ritratti di alcuni ‘indizi’ riguardanti l’artrosi delle mani: medici e critici d’arte sono pronti a lavorare fianco a fianco alla ricerca di prove concrete che dimostrino di quali malattie soffrisse realmente questo paziente d’eccezione. ”Qualora l’Opera di Santa Croce volesse indagare i resti umani di Michelangelo, la nostra equipe è a disposizione”, afferma il chirurgo plastico Davide Lazzeri, che sarà alla mostra ‘Body worlds’ presso il Complesso Monumentale di Santo Stefano al Ponte Vecchio, a Firenze, per raccontare l’evoluzione delle indagini più recenti sulle mani dell’artista rinascimentale.

Insieme a lui ci saranno anche gli altri autori dello studio, come il chirurgo plastico Manuel Francisco Castello, il reumatologo Marco Matucci-Cerinic e Donatella Lippi, professoressa di Storia della medicina all’Università di Firenze, già protagonista del ‘Progetto Medici’ che ha portato alla riesumazione di personaggi eccellenti della dinastia fiorentina. ”Nei secoli sono state attribuite molte malattie a Michelangelo: si va dall’artrosi alla gotta, dal gozzo tiroideo all’intossicazione da piombo, dovuta forse alle tempere o ai contenitori del vino ricchi di questo metallo pesante”, spiegano gli autori dello studio. ”Ci piacerebbe poter verificare direttamente se sono ancora presenti tracce di queste malattie per arrivare ad una diagnosi più certa, basata su prove dirette e non su deduzioni ottenute da ritratti o manoscritti”. Ma le ricerche potrebbero proseguire anche in campo artistico. ”Con l’aiuto di storici dell’arte si potrebbe dare vita ad una revisione critica delle opere compiute da Michelangelo – aggiunge Lazzeri – per capire come la sua arte sia stata condizionata da queste malattie”.

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