Curva non più esponenziale, ma incertezza sul Natale

La curva dell’epidemia da Covid-19 non mostra più un andamento esponenziale, ma e’ presto per cantare vittoria perché i numeri dei contagi continuano ad aumentare e il rapporto fra casi positivi e tamponi ha raggiunto il valore più alto registrato in questa seconda ondata epidemica, sfiorando il 18%. Sebbene il picco della curva epidemica sia previsto tra la fine di novembre e i primi di dicembre, secondo gli esperti è prematura qualsiasi previsione sul Natale.

Come accade ogni lunedì, i numeri dei contagi registrati si sono ridotti rispetto a quelli del giorno precedente: 27.354 i nuovi casi positivi in Italia secondo i dati forniti dal ministero della Salute, contro i 33.979 del giorno precedente. Per il secondo giorno consecutivo il rapporto casi positivi-tamponi è superiore al 17%: oggi è salito al 17,9% contro il 17,4 di 24 ore prima. Ancora alto il numero dei decessi, con 504: 42 in meno in un giorno, ma è anche vero da una settimana il loro numero è superiore a 500. Sono stati 70, inoltre, i nuovi ricoveri nelle unità di terapia intensiva in Italia nelle ultime 24 ore, per un totale di 3.492; i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 489, per un totale di 32.536. Tra le regioni, sulle quali secondo gli esperti dovrebbe ora concentrarsi soprattutto l’analisi dei dati, la Lombardia registra ancora una volta il maggior numero di nuovi casi positivi, con 4.128 su 18.037 tamponi eseguiti (per un rapporto casi-tamponi del 22,8%); seguono la Campania, con 4.079 casi positivi e 25.110 tamponi (16,2%), Piemonte, con 3.476 casi e 15.902 tamponi (21,8) ed Emilia Romagna, con 2.547 casi e 14.442 tamponi (17,6).

Osservando comunque l’andamento dei casi nelle ultime tre settimane si nota finalmente un dato positivo. Dai calcoli fatti dal fisico Roberto Battiston, dell’Università  di Trento emerge che a livello nazionale la curva dell’epidemia da Covid-19 non mostra più  un andamento esponenziale, ma piuttosto lineare, L’aumento del totale di nuovi infetti accumulato nella scorsa settimana  (+ 10%) è minore rispetto a quello della settimana precedente (+27%); il numero totale di infetti attivi (-8%) è cresciuto meno della settimana precedente (+19%); il numero di nuove ospedalizzazioni (+4537)  è minore di quello della settimana precedente (+6137) e di quella ancora prima (+5520). “Per la prima volta da settembre – ha detto – osserviamo un andamento giornaliero dei nuovi casi positivi molto simile tra le due ultime settimane”.

Per il fisico “i numeri quotidiani e settimanali sono ancora molto alti e mettono sotto fortissima pressione il sistema sanitario nazionale. La situazione delle singole regioni è molto diversificata:  per cui se ci si può aspettare un miglioramento nella media nazionale  a partire dalla  fine di novembre e gli inizi di dicembre, è  davvero troppo presto per fare valutazioni sulla situazione a Natale”. I lockdown in atto dovrebbero portare a un miglioramento della situazione, ma “è necessario aspettare ancora qualche giorno prima di fare altre valutazioni. L’ Italia si trova nella situazione di gran parte dei Paesi europei”.     E’ presto per parlare del Natale anche per il fisico Giorgio Parisi, dell’Università  Sapienza di Roma, per il quale dai dati ufficiali emerge un’incertezza nel calcolo dell’indice di contagio Rt, che indica il numero di individui che possono essere contagiati da chi ha l’infezione.

Come per le proiezioni dei risultati elettorali, anche per i valori dell’indice Rt viene indicata una forchetta, ossia un insieme di valori da un minimo a un massimo. Per questo, osserva il fisico, “riportare i valori di Rt dando il valore centrale senza indicare la forchetta causa un’estrema confusione, soprattutto considerando che ultimamente la forchetta è  diventata molto ampia, in alcuni casi dal minimo di 1,08 a 1,81. “In pratica non sappiamo se i casi siano raddoppiati o se siano rimasti uguali”.

di Enrica Battifoglia

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