In occasione del 67° Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (ASH) – che si è svolto dal 6 al 9 dicembre a Orlando (USA) – Roche ha presentato i dati di follow-up a tre anni dello studio pivotale di Fase III STARGLO su glofitamab nel linfoma diffuso a grandi cellule B, oltre ai risultati dello studio CELESTIMO, riguardanti l’impiego di mosunetuzumab in linee di trattamento più precoci per i pazienti con linfoma follicolare.
Lo studio STARGLO, dopo un follow-up mediano di 35,1 mesi, conferma il raddoppio della sopravvivenza globale (OS) nei pazienti trattati con glofitamab in combinazione con gemcitabina e oxaliplatino rispetto a rituximab più gemcitabina e oxaliplatino (25,5 mesi vs 12,5 mesi; hazard ratio [HR]=0,60, IC 95%: 0,43–0,8).
Nel complesso, i dati rafforzano il potenziale di questa combinazione pronta all’uso (“off-the-shelf”) nel migliorare significativamente gli outcome dei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario (R/R) che hanno ricevuto almeno una linea di terapia precedente e non sono candidabili al trapianto autologo di cellule staminali (ASCT).
“Grazie ai risultati a tre anni, si osserva un appiattimento della curva di sopravvivenza globale, il che suggerisce che la combinazione con glofitamab può offrire una possibilità di cura per i pazienti con DLBCL recidivato/refrattario trattati con glofitamab-GemOx – afferma Jeremy Abramson, Direttore Jon and Jo Ann Hagler Center for Lymphoma presso il Mass General Brigham Cancer Institute, USA, e Principal Investigator dello studio STARGLO – Questi dati continuano a sottolineare il significativo beneficio di glofitamab più gemcitabina e oxaliplatino per i pazienti dopo la prima recidiva, momento nel quale avere un trattamento rapido ed efficace è fondamentale, data la natura aggressiva di questa malattia.”
“Prolungando la sopravvivenza, questa combinazione pronta all’uso può offrire alle persone affette da DLBCL recidivato o refrattario la remissione a lungo termine, che può significare più tempo senza segni di malattia o senza la necessità di ricorrere a una terapia continuativa”, sottolinea Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche,”Il potenziale di glofitamab in combinazione con gemcitabina e oxaliplatino è riconosciuto a livello globale, con approvazioni in oltre 50 Paesi e l’inclusione in diverse linee guida terapeutiche internazionali.”
Per quanto riguarda lo studio CELESTIMO, Garraway aggiunge: “I dati presentati ad ASH 2025 sottolineano il potenziale di mosunetuzumab per i pazienti con linfoma follicolare in terza linea o linee successive. Questo potenziale risulta ancora più evidente nei regimi che prevedono la combinazione di due farmaci, permettendo di erogare il trattamento in un setting ambulatoriale mantenendo un’efficacia duratura.”
Oltre ai dati di CELESTIMO, al congresso ASH sono stati presentati anche altri dati relativi a mosunetuzumab sottocute ed endovena.
I dati di follow-up a lungo termine mostrano risposte durature con mosunetuzumab a durata fissa nel linfoma follicolare in terza linea o linee successive.
I dati di follow-up a cinque anni dello studio pivotale di fase II GO29781 – il più lungo riportato per un anticorpo bispecifico CD20xCD3 nel linfoma follicolare recidivato o refrattario – hanno mostrato remissioni durature con mosunetuzumab endovena, con un tasso di sopravvivenza globale (OS) a 5 anni del 78,5% (IC 95%: 69,6–87,4) e una durata del tasso della durata di risposta completa (DOCR) a 54 mesi del 52,0% (IC 95%: 36,2–67,9).
Inoltre, i dati di follow-up a tre anni hanno evidenziato risposte durature con mosunetuzumab sottocute, con un tasso di risposta globale (ORR) del 74,5%, un tasso di risposta completa (CR) del 62,8% e una durata del tasso della durata di risposta completa (DOCR) a 30 mesi del 53,0% (IC 95%: 38,7–67,4). Non sono stati osservati nuovi eventi avversi in nessuno dei due studi.

