
“Per la prima volta abbiamo quantificato, grazie ai dati biologici, le direttrici migratorie da cui sono arrivate le popolazioni durante la crescita dell’Impero Romano”, ha detto Coppa. La ricerca mostra che circa 8.000 anni fa l’area di Roma era già popolata da cacciatori-raccoglitori, e si è arricchita della presenza di agricoltori di origine mediorientale, anatolici e sorprendentemente anche iraniani; successivamente, tra 5.000 e 3.000 anni fa, sono arrivate popolazioni dalla steppa ucraina.
Con la nascita di Roma e il costituirsi dell’Impero Romano, la variabilità genetica è cambiata, con arrivi soprattutto dalle aree del Mediterraneo orientale e Medio Oriente. Durante il periodo imperiale, “Roma era come New York: una concentrazione di persone di diverse origini”, ha osservato il genetista Guido Barbujani, dell’Università di Ferrara, che non ha partecipato allo studio. Nei secoli successivi ha spiegato Coppa, “l’influenza orientale sparisce” e i dati genetici raccontano di arrivi, prima, dall’Europa occidentale e, dopo, dall’Europa centrale e settentrionale.
