Datopotamab deruxtecan – un anticorpo farmaco-coniugato diretto contro la proteina TROP2 – ha fatto registrare risultati positivi nello studio di fase IIIT ROPION-Breast02. Il farmaco ha consentito un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante dei due endpoint primari, sopravvivenza globale (OS) e sopravvivenza libera da progressione (PFS), rispetto alla chemioterapia scelta dallo sperimentatore per il trattamento di prima linea dei pazienti con tumore al seno triplo negativo (TNBC) localmente recidivante, inoperabile o metastatico per i quali l’immunoterapia non era indicata. Questi risultati sono stati presentati al Congresso della European Society for Medical Oncology, in corso a Berlino.
Datopotamab deruxtecan – scoperto da Daiichi Sankyo e sviluppato e commercializzato da Daiichi Sankyo e AstraZeneca – è stato realizzato con tecnologia ADC DXd e specificamente progettato per legarsi alla proteina TROP2.
Le evidenze
Datopotamab deruxtecan ha dimostrato un miglioramento di 5,0 mesi della sopravvivenza globale mediana rispetto alla chemioterapia (rapporto di rischio [HR]: 0,79; intervallo di confidenza [IC] 95% 0,64-0,98; p=0,0291). La sopravvivenza globale mediana è infatti risultata di 23,7 mesi nei pazienti trattati con datopotamab deruxtecan rispetto a 18,7 mesi in quelli trattati con chemioterapia.
L’anticorpo farmaco-coniugato ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 43% rispetto alla chemioterapia (HR: 0,57; IC 95% 0,47-0,69; p<0,0001) come valutato da una revisione centrale indipendente in cieco (blinded independent central review, BICR).
La sopravvivenza libera da progressione mediana è risultata di 10,8 mesi nei pazienti trattati con datopotamab deruxtecan rispetto a 5,6 mesi in quelli trattati con chemioterapia.
Risposte terapeutiche più durature
Datopotamab deruxtecan è associato a risposte terapeutiche più durature rispetto alla chemioterapia. Il tasso di risposta obiettiva (objective response rate, ORR) è stato del 62,5% con datopotamab deruxtecan, che comprende 29 risposte complete (complete response, CR) e 173 risposte parziali (partial response, PR) rispetto al 29,3% con chemioterapia, che comprende otto risposte complete e 86 parziali. La durata mediana della risposta (duration of response, DoR) nei pazienti trattati con datopotamab deruxtecan ha superato l’anno (12,3 mesi) rispetto a 7,1 mesi in quelli trattati con chemioterapia.
Lo studio ha arruolato anche pazienti con fattori prognostici sfavorevoli, come metastasi cerebrali stabili e progressione rapida di malattia dopo un trattamento per malattia in fase iniziale (intervallo libero da malattia inferiore a sei mesi). Oltre a pazienti con un tumore che non esprimeva PD-L1, lo studio TROPION-Breast02 ha arruolato pazienti con tumori con espressione di PD-L1 per i quali l’immunoterapia non era indicata per altri fattori. Al cut-off dei dati del 25 agosto 2025, 53 (8,4%) pazienti erano ancora in trattamento, 45 (14,1%) con datopotamab deruxtecan e 8 (2,6%) con chemioterapia. Complessivamente lo studio TROPION-Breast02 ha arruolato 644 pazienti in centri in Africa, Asia, Europa, Nord America e Sud America
“Nello studio TROPION-Breast02, datopotamab deruxtecan ha dimostrato un prolungamento significativo della sopravvivenza e ha quasi raddoppiato il tempo libero da progressione di malattia – spiega Giampaolo Bianchini, Professore associato e responsabile del Gruppo mammella dell’IRCSS Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – Questi importantissimi risultati, ottenuti nelle pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo in prima linea non candidabili all’immunoterapia, sono ancora più rilevanti in quanto questo è l’unico studio che ad oggi ha incluso pazienti con recidiva precoce di malattia, condizione purtroppo frequente e caratterizzata da aggressività biologica, clinica e resistenza ai farmaci convenzionali, e per la quale ad oggi non avevamo valide opzioni terapeutiche”.
“Il tumore al seno triplo negativo, in cui rientrano il 15% delle diagnosi di carcinoma mammario, non presenta i recettori degli estrogeni, del progesterone e della proteina HER2 – osserva Giuseppe Curigliano, Presidente eletto ESMO (Società Europea di Oncologia Medica), Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo IEO di Milano – Questo significa che non risponde alla terapia ormonale e ai farmaci che hanno come bersaglio HER2. È la forma più aggressiva, in cui il rischio di ricaduta a distanza aumenta rapidamente a partire dalla diagnosi. Inoltre, colpisce spesso donne giovani, al di sotto dei 50 anni, che si trovano nel pieno della loro vita familiare e professionale, come madri, mogli e lavoratici, con significativi impatti psicologici e sociali. Da qui la necessità di opzioni terapeutiche innovative che possano offrire un miglioramento delle attuali opzioni e preservino la qualità della loro vita. I risultati di questo studio confermano che datopotamab deruxtecan è superiore alla chemioterapia standard ed offre nuove opzioni di cura ai pazienti con tumore mammario triplo negativo”.
Meno eventi avversi con datopotamab deruxtecan
I pazienti trattati con datopotamab deruxtecan sono stati sottoposti al trattamento per un periodo più che doppio rispetto a quelli trattati con chemioterapia (durata mediana del trattamento di 8,4 mesi contro 4,1 mesi) e hanno manifestato un tasso inferiore di eventi avversi correlati al trattamento (TRAE) associati all’interruzione (4% vs 7%).
I TRAE di Grado ≥3 si sono verificati rispettivamente nel 33% e nel 29% dei pazienti nel braccio con datopotamab deruxtecan e chemioterapia. I TRAE di Grado >=3 più comuni sono stati neutropenia (3%, 13%), stomatite (8%, 0%), leucopenia (<1%, 4%), fatigue (3%, 3%), vomito (1%, <3%), anemia (2%, 3%), alopecia (0%, <3%), neuropatia periferica (0%, 2%), secchezza oculare (1%, 0%), nausea (<1%, <1%), diminuzione dell’appetito (<1%, <1%) e stipsi (<1%, 0%).
Si è verificato un solo evento di Grado 5 di malattia polmonare interstiziale (ILD) nel braccio con datopotamab deruxtecan ritenuto collegato alla terapia da un comitato indipendente. L’evento di polmonite è stato definito di Grado 3 e la morte è stata attribuita alla progressione di malattia dall’investigatore.
“I pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo presentano una delle prognosi peggiori di tutti i sottotipi di tumore al seno, e per coloro che non sono candidabili all’immunoterapia, la chemioterapia è stata a lungo il trattamento standard”, dichiara Ken Takeshita, Global Head, R&D, Daiichi Sankyo, “I risultati dello studio TROPION-Breast02 mostrano che datopotamab deruxtecan ha il potenziale per sostituire la chemioterapia tradizionale in questo setting e di migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti”.
“I risultati dello studio TROPION-Breast02 mostrano per la prima volta che i pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo possono beneficiare di un’alternativa alla chemioterapia nel setting di prima linea che permette di ritardare la progressione di malattia e di prolungare la vita”, sostiene Susan Galbraith, MBBChir,Executive Vice President, Oncology Hematology R&D, AstraZeneca, “Osservare un miglioramento così importante per i pazienti trattati con datopotamab deruxtecan in monoterapia in prima linea nel setting metastatico ci rende fiduciosi nel suo potenziale in combinazione con durvalumab, e nel setting iniziale, potenzialmente curativo in cui sono in corso altri studi”.
Altri studi in corso
Daiichi Sankyo e AstraZeneca stanno sperimentando datopotamab deruxtecan in diversi stadi e setting terapeutici del tumore al seno triplo negativo in altri studi di fase III. Lo studio TROPION-Breast03 sta valutando datopotamab deruxtecan come terapia adiuvante con o senza durvalumab rispetto alla terapia scelta dall’investigatore nei pazienti con tumore al seno triplo negativo di stadio I-III con malattia invasiva residua dopo terapia sistemica neoadiuvante.
Lo studio TROPION-Breast04 sta invece valutando datopotamab deruxtecan più durvalumab nella terapia neoadiuvante rispetto a pembrolizumab più chemioterapia in neoadiuvante in pazienti con tumore al seno triplo negativo di stadio II-III o con recettore ormonale (HR) basso.
Lo studio TROPION-Breast05, infine, sta valutando datopotamab deruxtecan in prima linea con o senza durvalumab rispetto alla terapia scelta dallo sperimentatore in pazienti con TNBC metastatico con espressione di PD-L1.