
“Queste tendenze non sono spiegate da cambiamenti di età o dei livelli di istruzione della popolazione, né da cambiamenti nella distribuzione etnica dei gruppi di popolazione esaminati o da cambiamenti nell’abitudine al fumo “, ha aggiunto Ogden. Va ricordato che a livello mondiale, 1,9 miliardi di adulti sono attualmente in sovrappeso o obesi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
E l’obesità aumenta il rischio di malattie cardiache, diabete, complicazioni renali, disturbi articolari e alcuni tipi di cancro.
Gli studi dei CDC
Entrambi gli studi considerati hanno analizzato i dati di un sondaggio rappresentativo a livello nazionale della popolazione degli Stati Uniti, che includeva domande su peso e altezza. I ricercatori dei CDC hanno quindi esaminato il valore dell’indice di massa corporea dei partecipanti (BMI) per valutare le tendenze all’obesità nel corso del tempo. Si è visto così che, complessivamente, circa il 6% degli uomini e il 10% delle donne degli Stati Uniti sono obesi di classe III, con un BMI di almeno 40 e un corrispondente aumento del rischio di complicazioni di salute, come rileva lo studio dei CDC sugli adulti. Una sola buona notizia, in questo drammatico bilancio, sembra provenire dall’evidenza che nei bambini da 2 a 5 anni, il tasso di obesità è diminuito da circa il 14% di dieci anni fa al 9% nell’indagine più recente. E durante questo periodo, i tassi di obesità per i bambini dai 6 a 11 sono lievemente scesi, ma non abbastanza per escludere la possibilità che questa lieve caduta non fosse dovuta al caso.
Una limitazione di entrambi gli studi, secondo gli autori, è che le persone nelle indagini tendono a sottostimare il loro peso e l’altezza, rispetto alla realtà, e questo minimizza i tassi di obesità calcolati in base al BMI, una misura che tra l’altro non distingue la massa grassa da quella magra. I due studi suggeriscono comunque, secondo altri ricercatori, che gli ingenti investimenti per invertire la tendenza dell’epidemia di obesità degli Stati Uniti nel corso degli ultimi tre decenni son stati sostanzialmente inefficaci.
Fonte: JAMA 2016
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
