Teoria controllo robotico per le protesi

Gamba robotica

Secondo una ricerca appena pubblicata dall’università del Texas, i soggetti portatori di una gamba robotica possono camminare su un tapit roulant quasi alla stessa velocità di una persona normale. In pratica, è stato preso in prestito un principio derivante da una teoria sul controllo robotico per creare un nuovo modo semplice ed efficace per analizzare il ciclo della deambulazione umana: ne è derivato un metodo per il controllo delle protesi potenziate per gli amputati onde consentire a queste persone di camminare in un modo più semplice e naturale di quanto sarebbe possibile con le protesi attualmente in circolazione. I robot umanoidi possono camminare, correre, saltare e salire le scale autonomamente, ma le protesi moderne limitano questi movimenti negli esseri umani: Esse sono state rese più leggere e flessibili, ma non riescono a mimare i movimenti generati dai muscoli nei soggetti sani: le protesi potenziate, o gambe robotiche, hanno motori per generare forza, ma mancano dell’intelligenza necessaria a rispondere stabilmente ai fattori di disturbo o ai cambiamenti nel terreno. Il ciclo della deambulazione è un fenomeno complesso, in cui diversi muscoli ed articolazioni lavorano insieme: sono stati dunque usati teoremi matematici avanzati per semplificarlo interamente ad una sola variabile, conoscendo la quale si conosce tutto. Le attuali protesi potenziate richiedono il lavoro congiunto di un team di specialisti nella riabilitazione fisica che adattano la protesi al singolo utente tramite un lavoro di ore ed ore, ma con l’algoritmo ricavato la protesi si adatta da sola ai movimenti delle singole persone, consentendo una funzionalità quasi normale con un dispendio di energie profuse per camminare di gran lunga inferiore rispetto a quanto necessario con i metodi tradizionali. (IEEE-Transactions on Robotics online 2014, pubblicato il 4/12)

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One Thought to “Teoria controllo robotico per le protesi”

  1. Il primo impianto cocleare fu sviluppato nel 1957 . Altre neuroprotesi di utilizzo comune sono le protesi motorie per la gestione del ‘piede cadente’, un segno spesso associato alla presenza di emiparesi , e gli impianti a carico del sistema lombare anteriore per facilitare l’alzata da una sedia

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