Il satellite naturale della terra brulicava una volta di attività vulcanica, ed alcune delle sue eruzioni sono avvenute entro gli ultimi 100 milioni di anni, o anche negli ultimi 50 milioni di anni. Si tratta circa di un miliardo di anni più tardi di quanto si presumesse. La scoperta rivela che la luna è in qualche modo calda, contenendo più calore di quanto si pensasse: ciò potrebbe alterare la nostra percezione della successione temporale dell’evoluzione termica lunare, cambiando ciò che sappiamo sulle sue origini e sul modo in cui essa si è formata nel tempo. Essa deriva da un’analisi delle formazioni di superficie del suolo lunare effettuata su immagini del satellite NASA LRO, che orbita intorno alla luna dal 2009: questa analisi ha rivelato più di 70 anomalie topografiche chiamate IMP, strane formazioni nelle pianure basaltiche lunari che si pensa siano rimasugli di piccole eruzioni vulcaniche. La prima di queste formazioni, chiamata INA, rappresentava un vero mistero geologico, ma si era giunti alla conclusione che si trattasse di una valvola vulcanica collassata. Successivamente, è emerso che essa non fosse poi così unica, ma che ve ne fossero decine dalla struttura più o meno simile. Molti ricercatori credevano che il vulcanismo lunare fosse avvenuto fra 3,9 e 3,1 miliardi di anni fa, e fosse terminato circa un miliardo di anni fa, ma la ricerca sugli IMP ha stravolto questa linea temporale, e rappresenta anche un grande target per la futura esplorazione dello spazio, dato che qualche semplice campione di queste formazioni potrebbe dire molto sulle origini e sulla storia complessiva della nostra luna. (Nat Geosci online 2014, pubblicato il 12/10)
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