Stampa 3D: il futuro delle ricostruzioni ossee

Supporti strutturali di materiale biocompatibile fatti su misura per favorire la guarigione di grosse lesioni ossee cranio-facciali o del cavo orale in tempi rapidissimi e senza bisogno di delicati e ripetuti interventi chirurgici. E’ la promessa 3D che arriva da uno studio preclinico (su animali) che è stato presentato in occasione del 47/imo Meeting Annuale della American Association for Dental Research (AADR), in corso a Fort Lauderdale (Florida), in congiunzione con il 42/imo Meeting Annuale della Canadian Association for Dental Research (CADR). La ricerca è stata condotta da Venu Varanasi della University of Texas a Arlington e Texas A&M University College of Dentistry.

Gravi lesioni traumatiche del cranio sono difficili da guarire a causa dell’ampio volume di osso perso. Attualmente si usano tecniche di chirurgia plastica che però hanno diversi svantaggi clinici, per esempio la difficoltà di ricostruire in modo preciso la parte lesionata (in modo che la ricostruzione si adatti perfettamente al paziente) e i tempi lunghi di guarigione. Per un trattamento efficace della lesione è necessario minimizzare questi tempi e creare un sostituto dell’osso che sia esattamente su misura del paziente.

“Il nostro obiettivo è proprio di riuscire a curare una lesione ossea importante rapidamente, come se nulla fosse accaduto”, afferma Varanasi. “Vogliamo sviluppare metodi e materiali affinché guarire un difetto osseo divenga facile e immediato come fare un’otturazione”, continua, affinché divenga possibile fare il trattamento ambulatorialmente e mandare subito a casa il paziente senza necessità di ricovero.

Varanasi ha testato diverse strutture fatte con la stampante 3D costituite da un materiale poroso che favorisce i naturali processi di guarigione ossea e la rivascolarizzazione del tessuto Gli esperti hanno testato su animali queste ‘impalcature’ tridimensionali, commenta Luca Landi, presidente eletto della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), mostrando che sono in grado di richiamare in situ grandi quantità di cellule staminali che vanno a formare nuovo osso poi si formano i vasi sanguigni.

Il supporto, stampato su misura del difetto, è fatto di un materiale biocompatibile e riassorbibile, per di più è molto malleabile perché contiene una specie di gel resina, consentendo così di adattare perfettamente la struttura al difetto stesso. Inoltre, essendo ‘spugnoso’, il sostegno può essere ‘imbevuto’ di fattori di crescita che possono accelerare il processo di guarigione.

Gli esperti hanno visto che il 55% della lesione guarisce in sole 4 settimane. Questo tipo di metodica, conclude Landi, potrebbe curare grossi difetti dell’osso alveolare (ad esempio da esito di grave parodontite) o difetti successivi a trattamenti oncologici o di rimozione di cisti.

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