Siamo più veloci ed efficienti a ricordare se in sottofondo c’è musica emotivamente toccante. È quanto emerge da un esperimento condotto dall’Università di Milano-Bicocca i cui risultati sono stati appena pubblicati su Nature Scientific Reports. Lo studio ha indagato quale influenza ha ciò che ascoltiamo, sia musica o rumore di fondo, sui processi percettivi e cognitivi. La ricerca, coordinata da Alice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica alla Bicocca, ha sottoposto 54 studenti universitari non musicisti ad un esercizio di memoria: riconoscere i volti familiari tra i 448 che gli venivano mostrati, in associazione a musica, a suoni naturali oppure al silenzio. “I risultati – dicono i ricercatori – hanno indicato che il riconoscimento più efficiente e veloce dei volti si è verificato in condizioni di silenzio, o quando i partecipanti ascoltavano musica emotivamente toccante. Al contrario, un sottofondo fatto di suoni come pioggia o musica allegra ha interferito con la memorizzazione delle facce. Oltre a migliorare la memoria, l’ascolto di musica emotivamente toccante ha coinciso con un significativo aumento della frequenza cardiaca”. “L’ipotesi – commenta Alice Mado Proverbio – è che l’ascolto di musica toccante sia in grado di modificare la percezione visiva dei volti legando le caratteristiche del viso a informazioni uditive e carica emotiva generata dalla musica. Ciò potrebbe voler dire che l’ascolto di un certo tipo di musica produce una codifica della memoria più profonda”.
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