
La morte delle cellule cerebrali nei pazienti affetti da Alzheimer, spiegano i ricercatori, è attualmente inarrestabile ma la nuova molecola ”potrebbe essere in grado di mantenerle vive”. Le terapie attualmente disponibili, infatti, agiscono sui sintomi della demenza, aiutando le cellule cerebrali morenti a funzionare. La nuova molecola, al contrario, attacca le proteine deviate che si formano nel cervello colpito da Alzheimer. Una prima sperimentazione della molecola nel 2012 sembrò portare ad un fallimento. Successivamente, però, i ricercatori hanno raccolto elementi che indicavano la possibile efficacia della molecola su pazienti allo stadio iniziale della malattia. Da qui la decisione di prolungare la sperimentazione, che ha portato ai risultati positivi presentati oggi.
È stato dimostrato che i pazienti che hanno assunto il farmaco più a lungo hanno avuto i maggiori benefici.”Se questi risultati saranno replicati – ha commentato Eric Karran, direttore Ricerca dell’Alzheimer’s Research UK – allora penso che si tratterà di un grandissimo passo avanti nella Ricerca sull’Alzheimer e per la prima volta la comunità medica potrà dire di essere in grado di rallentare la malattia, il che rappresenta un incredibile avanzamento”.
