Pressione alta: un aiuto da un batterio del grana padano

parmigiano granaPotrebbero bastare 30 grammi al giorno di ‘Grana padano’ per contribuire a ridurre la pressione arteriosa nelle persone ipertese. Questo è il risultato di uno studio condotto dall’Ospedale Guglielmo da Saliceto e dell’Università Cattolica di Piacenza, presentato al congresso dell’American Society of Hypertension in corso a New York.

Sono numerosi gli studi clinici pubblicati che hanno dimostrato che la fermentazione di latte vaccino indotta da un particolare batterio, il Lactobacillus Helveticus, produce sostanze (peptidi) che agiscono come Ace-inibitori naturali, si comportano cioè come gli omonimi farmaci per la pressione alta. Inoltre, a seconda dei ceppi di Helveticus utilizzati (ce ne sono 59 diversi), questa attività è maggiore o minore. Questo batterio è utilizzato per la produzione di diversi formaggi: grana padano, ma anche emmenthal, cheddar, parmigiano, pecorino romano, provolone, mozzarella e altri.

Lo studio, randomizzato e in doppio cieco, ha coinvolto 30 pazienti ed è durato 4 mesi. I 30 pazienti hanno ricevuto per due dei quattro mesi (divisi in blocchi di 15 giorni) 30 grammi di grana padano grattugiato (del tipo che si trova comunemente nei supermercati) confezionato in bustine. E per altri due mesi (sempre in blocchi di 15 giorni scelti in modo casuale) hanno utilizzato una particolare imitazione del grana padano realizzata con pane grattugiato aromatizzato, confezionato in bustine identiche. Il prodotto scelto per la sperimentazione, secondo Giuseppe Crippa, dell’Ospedale piacentino, “è particolarmente ricco di tripeptidi con proprietà ACE-inibitori.

Sono infatti questi frammenti proteici che si sviluppano nella fermentazione del latte ad opera del Lactobacillus helveticus, che inibiscono l’enzima che fa aumentare la pressione arteriosa producendo la conversione dell’angiotensina. Al momento dell’inizio della ricerca – aggiunge Crippa – in tutti i pazienti la pressione era maggiore 140 mmHg per la sistolica e/o maggiore di 90 per la diastolica. Dopo 2 mesi di trattamento i livelli pressori si sono ridotti in modo significativo (-6 mmHg per la pressione sistolica e -5 mmHg per la pressione diastolica) e nella maggior parte dei pazienti la pressione si è normalizzata”.

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