IBD: chi ne soffre è più esposto a fratture, anche da giovane

(Reuters Health) – I giovani con malattia infiammatoria intestinale (IBD) corrono un rischio maggiore di incorrere in fratture, perché subiscono cambiamenti della densità volumetrica e della microarchitettura ossea delle ossa trabecolari e corticali (vBMD). È quanto emerge da uno studio svizzero dell’Università di Ginevra. “Considerando che l’età media dei nostri soggetti di studio è di 23 anni, questi risultati suggeriscono che l’entità delle alterazioni scheletriche nei giovani adulti che sviluppano IBD durante l’infanzia e l’adolescenza può essere equivalente a quella osservata nelle donne dopo dieci anni dalla menopausa”. dice Jessica Pepe, principale autrice dello studio.

La premessa
I pazienti affetti da IBD sono noti per avere una bassa densità minerale ossea (aBMD), ma mancano dati sulla eventuale correlazione tra IBD e aumento del rischio di fratture. Gli studi fino ad oggi si sono basati sulla dual-energy x-ray absorptiometry (DXA)’ che però non riesce a distinguere l’osso corticale e trabecolare e non valuta la densità ossea, in particolare nei bambini con ossa piccole.

Lo studio
Nelle ricerche precedenti, Pepe e il suo team hanno utilizzato la high-resolution peripheral quantitative computed tomography (HR-pQCT) per analizzare le ossa di giovani sani e hanno stabilito che i cambiamenti nella vBMD e nella microarchitettura sono associati a fratture. Nel nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato HR-pQCT per valutare la struttura ossea in 102 pazienti affetti da IBD, la maggior parte dei quali affetta da morbo di Crohn, e in 389 soggetti sani di controllo. Trentasette pazienti affetti da IBD presentavano fratture, soprattutto all’avambraccio, e cinque mostravano fratture vertebrali. La vBMD trabecolare della tibia, lo spessore e la distribuzione, erano significativamente associati a fratture, ma l’aBMD non lo era. La distribuzione dell’osso trabecolare del radio, la vBMD della tibia e lo spessore trabecolare sono stati associati a fratture, ciascuno in modo indipendente. I pazienti avevano livelli di aBMD più bassi in tutti i siti rispetto ai controlli, e le alterazioni della vBMD trabecolare e microstrutturale nella porzione distale del radio e nella tibia erano associate alla gravità della IBD. “Abbiamo individuato sia fattori nutrizionali che malattie aventi influenza sulla microstruttura ossea in questi pazienti”, commenta Jessica Pepe. “Quindi, questi nuovi risultati non solo forniscono una migliore comprensione della causa di una maggiore fragilità ossea nell’IBD, ma indicano anche potenziali bersagli per interventi di prevenzione delle fratture determinate da questa malattia”.

Fonte: Inflamm Bowel Dis 2017

 Anne Harding

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

 

 

 

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