Farmaci oncologici innovativi: in Europa tempi troppo lenti

(Reuters Health) – I rapidi progressi nell’oncologia hanno aumentato il numero di nuovi farmaci in fase di sviluppo, ma i ritardi nei processi regolatori e approvativi indicano che i pazienti in Europa spesso aspettano anni per potervi accedere.

È quanto emerge da un rapporto condotto dal Britain’s Institute for Cancer Research (ICR), che ha rilevato come il tempo medio dall’inizio della sperimentazione di un farmaco, o fase I, alla licenza di commercializzazione rilasciata dall’EMA, l’agenzia regolatoria europea, sia aumentato a 9,1 anni dal 2009 al 2016, rispetto ai 7,8 anni tra il 2000 e il 2008.

Il documento ha anche riscontrato grandi differenze nei tassi di sviluppo di nuovi farmaci antitumorali per vari tipi di malattia: tra il 2000 e il 2016 sono state autorizzate in Europa 15 molecole per il cancro al seno, ma nessuna per i tumori cerebrali.

“I risultati dipingono un quadro vivido dello stato di scoperta, sviluppo, licenza e valutazione dei farmaci per il cancro – dice Paul Workman, professore e CEO di Icr, che ha co-diretto la ricerca – Gli incredibili progressi scientifici che abbiamo visto nell’ultimo decennio stanno alimentando un aumento del tasso di scoperta e sviluppo dei farmaci, ma è chiaro che dobbiamo fare molto di più per ottenere nuovi trattamenti innovativi per i pazienti”.

L’esperto ha aggiunto che la colpa non può essere attribuita a nessuno livello (ricerca, sviluppo, regolamentazione o approvazione), ma che è la burocrazia a rallentare l’intero processo.

Con gli enormi progressi nella genetica del cancro e nella comprensione della malattia, lo sviluppo e l’accesso ai farmaci antitumorali dovrebbero essere più rapidi, dicono i ricercatori dell’Icr, anche perché i trattamenti mirati possono essere approvati su studi più piccoli di pazienti selezionati in base alla genetica del cancro.

Il rapporto – intitolato “From Patent to Patient” – ha rilevato che, in totale, Ema ha approvato 97 farmaci antitumorali per 177 indicazioni tra il 2000 e il 2016.

All’interno di questi, il tasso medio annuale di approvazioni è quasi raddoppiato, passando a 14,6 all’anno nel 2009-2016 da 7,5 indicazioni all’anno nel 2000-2008.

Ma il rapporto, che si concentra principalmente sull’analisi dell’accesso ai farmaci antitumorali in Gran Bretagna, ha anche rilevato il tempo medio da quando un farmaco antitumorale è brevettato a quando è approvato per i pazienti nel Servizio sanitario nazionale del Regno Unito (Nhs), aumentato a 14,1 anni nel 2009 -2016 da 12,7 anni nel 2000-2008.

Per i bambini e i pazienti con tumori più difficili da trattare, ci sono pochi nuovi farmaci. Dal 2000 al 2016, nessuna molecola è stata approvata per il cancro del cervello, dell’esofago, della vescica o dell’utero e solo una per il cancro del fegato, secondo il rapporto. E solo 10 delle 177 autorizzazioni ai farmaci Ema includevano indicazioni per il trattamento di bambini affetti da cancro.

Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)

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