Farmaci contro le demenze: i test non soddisfano

shutterstock_145282792 (1)Le sperimentazioni di farmaci contro le demenze come l’Alzheimer sono tra quelle con il tasso più alto di fallimento, al punto che si rischia che le aziende “abbandonino il campo”. La preoccupazione è emersa durante l’incontro internazionale nell’ambito del progetto Dementia Integrated Development Initiative, in corso a Roma, presso la sede dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).

Durante la due giorni, i maggiori esperti mondiali coordinati dal governo inglese si sono confrontati sulla possibilità di trovare nuovi modelli di sviluppo e trial clinici per le terapie in questo campo. “Negli ultimi decenni sono state investite risorse ingenti – ha spiegato il direttore generale del’Aifa, Luca Pani – ma con un tasso di insuccesso molto alto, abbiamo oltre 200 test clinici falliti. Il rischio è che le aziende decidano che il campo non è maturo, come successo per gli antibiotici, in un momento in cui sta arrivando una vera epidemia di queste malattie, anche dovuta alle conseguenze cognitive di malattie come l’obesità”.

Un “farmaco miracoloso” capace di sconfiggere le demenze, ha sottolineato Pani, non arriverà prima di molti anni. Più a breve termine sono in arrivo alcune molecole capaci di rallentare lo sviluppo della malattia, agendo spesso prima ancora che si verifichino i sintomi. Le agenzie regolatorie di tutto il mondo stanno lavorando per capire come valutare meglio i farmaci, rendendo più rapido e meno costoso il processo, che riguarda non solo le terapie ma anche i biomarcatori e persino i “brain training”, i giochi che tengono allenata la memoria. Anche sulla raccolta dei dati, ha spiegato Valentina Mantua dell’Aifa, sono in arrivo novità, con un consorzio europeo che utilizzerà una piattaforma sviluppata da Apple.

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