Autismo: come affrontare i problemi del sonno?

I disturbi del sonno, tra i bambini e gli adolescenti affetti da autismo, sono molto comuni. Difficoltà ad addormentarsi, frequenti risvegli notturni e apnee del sonno che alterano il ritmo respiratorio riguardano tra il 40 e l’80% dei giovani affetti da questa condizione. Cosa possono fare le famiglie e i medici? Per rispondere a questa domanda, l’American Academy of Neurology  ha pubblicato sulla rivista Neurology le linee guida per i problemi del sonno nei bambini e negli adolescenti con disturbo dello spettro autistico. Il documento, frutto dell’analisi degli studi scientifici disponibili sull’argomento, è stato approvato dall’American Academy of Sleep Medicine, dalla Child Neurology Society e dalla Society for Developmental and Behavioral Pediatrics.

Gli autori si sono concentrati su quattro problemi fondamentali tipici nei bambini: il rifiuto di andare al letto o la necessità della presenza di un genitore per addormentarsi, la difficoltà di addormentarsi e continuare a dormire, dormire per brevi periodi o comunque non a sufficienza e infine tutti quei problemi comportamentali diurni associati alla mancanza di sonno notturno.

Le raccomandazioni
Si raccomanda come prima cosa di identificare le cause del problema, che può essere dovuto, per esempio, ad altre condizioni mediche. Molti pazienti presentano problemi gastrointestinali, disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) o ansia, tutti fattori che possono contribuire ai disturbi del sonno e in questo caso bisogna intervenire su tali condizioni.

Se i problemi sembrano di natura comportamentale, invece, si può provare ad aggiustare quei comportamenti che hanno un impatto sul ritmo sonno/veglia. Sono i consigli che tutti dovrebbero seguire per dormire bene e che, negli studi, si sono verificati efficaci in bambini affetti da autismo, come l’impostazione di orari regolari per addormentarsi e svegliarsi ed evitare l’uso di computer o televisione al momento di coricarsi. I genitori possono anche provare a coricarsi accanto al bambino fino a quando non si addormenta. Queste semplici strategie “sono un buon punto di partenza perché non costano nulla, non comportano effetti collaterali e hanno dimostrato di funzionare per alcune persone”, ha affermato Williams Buckley MD, del National Institute of Mental Health a e autore principale delle linee guida.

Se queste strategie da sole non funzionano, si può prendere in considerazione la somministrazione di melatonina, un ormone che dice al cervello quando addormentarsi e quanto tempo dormire. Diverse ricerche hanno suggerito che nelle persone affette da autismo, sono comuni delle mutazioni genetiche nei geni che regolano il ciclo sonno/veglia o che influenzano proprio i livelli di melatonina. I farmaci a base di melatonina sono sicuri ed efficaci nei bambini con autismo, nei brevi periodi, fino a tre mesi, con possibili effetti collaterali, tra cui mal di testa, vertigini, diarrea e eruzioni cutanee.

Tutte queste strategie possono favorire il sonno, ma, sulla base del documento, non hanno effetto sui problemi comportamentali diurni o sui sintomi dell’autismo. È comunque importante, ha sottolineato Buckley, “che i genitori e gli operatori sanitari lavorino per trovare un modo per migliorare il sonno del bambino perché sappiamo che un sonno di buona qualità può migliorare la salute generale e la qualità della vita”.

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