Asma: i ragazzi la prendono a casa

shutterstock_96953366Tosse forte e crisi respiratorie. Chi soffre di asma sa bene di cosa si parla, ma forse non sa che l’inquinamento atmosferico si accumula anche in casa. In un quarto delle abitazioni site in aree urbane, infatti, i livelli di biossido di azoto, inquinante che provoca irritazione alle vie respiratorie, sono ben oltre i limiti. Questo il risultato di uno studio condotto dall’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBIM-CNR) in collaborazione con l’Istituto di Scienze e Tecnologie dell’Informazione di Pisa e dell’Istituto di Analisi dei Sistemi ed Informatica di Roma.

Ma non sono solo le auto a produrre biossido di azoto, bensì ogni processo di combustione in atmosfera e questo rende le nostre case ottimi serbatoi di aria impura. “La valutazione di oltre 300 abitazioni domestiche della città di Palermo, ha messo in evidenza come i livelli di biossido di azoto (NO2) superino nel 25% dei casi i limiti (40 µg/m3) indoor definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”, ha spiegato Fabio Cibella dell’IBIM-CNR.  I livelli più elevati di NO2 sono stati messi in relazione ad una maggiore prevalenza di disturbi respiratori negli adolescenti: è risultato esposto ad elevate concentrazioni di NO2 nella propria abitazione quasi il 90% dei soggetti asmatici, mentre il 22% dei soggetti allergici ed esposti a elevate concentrazioni di NO2 indoor presentano asma corrente. Anche la funzione respiratoria, misurata mediante spirometria, è risultata peggiore del 15% nei ragazzi esposti a livelli più elevati di NO2 con storia di asma.

“Questo ancora una volta pone il problema degli effetti dell’inquinamento urbano sulla salute delle fasce di popolazione più suscettibile (bambini, anziani, adulti con preesistente patologia) anche all’interno delle proprie case”, sottolinea il direttore dell’IBIM-CNR Giovanni Viegi. In ogni caso, “è da notare che, nonostante l’NO2 derivi anche da sorgenti specificatamente indoor quali le cucine e le caldaie a gas, sono proprio le abitazioni delle zone cittadine più centrali e quindi più trafficate a mostrare i livelli maggiori di inquinamento. I nostri dati, che derivano da un sottocampione di una vasta indagine epidemiologica, che ha coinvolto negli anni passati oltre duemila adolescenti palermitani, appaiono pertanto utili e adattabili a qualunque realtà urbana italiana analoga”.

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