La buona (Po-)Etica dell’Intelligenza Artificiale. Dalla medicina all’arte: prima l’intelligere umano

La svolta tecnologica e scientifica cui tutti noi stiamo assistendo e – anche inconsapevolmente – partecipando, può tranquillamente definirsi epocale e definitiva. Con l’avvento di Internet il mondo è radicalmente cambiato e, con lo sviluppo dei sistemi intelligenti e dell’AI, è destinato a modificarsi ulteriormente.

I “23 Principi di Asilomar” (1), con particolare riferimento a quelli su “etica e valori”, rappresentano una valida linea guida per destreggiarsi e muoversi nell’universo dell’AI; tuttavia, l’assenza di una coscienza e di un’educazione collettiva potrebbe renderli inutili. Infatti, qualora la separazione tra l’agire e l’intelligenza (concetto magistralmente sviluppato dal Filosofo, Prof. Luciano Floridi) dovesse prendere il sopravvento, qualsiasi principio o norma d’indirizzo sarebbe destinato a crollare sotto il miraggio del “fare di più con meno sforzo”.

Un esempio, semplice quanto efficace, di quello che sto tentando di dire, ce lo regala proprio il Prof. Floridi, in uno dei suoi libri (2), dove scrive:

”Io stesso ho modificato il giardino per assicurarmi che il robot potesse tagliare l’erba senza incastrarsi in un angolo o uscire dal perimetro o bloccarsi in un’area scoscesa. Allo stesso modo quando parliamo di città intelligenti (smart cities) intendiamo anche dire che stiamo trasformando gli habitat sociali in luoghi in cui l’AI può operare con successo […]”.

Immaginate, adesso, di applicare tale concetto a qualsivoglia ambito della vostra vita; luoghi ricreativi, lavori, ospedali, uffici etc… etc…, pensati e costruiti soltanto in relazione alle potenzialità della macchina e non in base alle nostre reali necessità.

Un mondo ri-plasmato, sempre più amico “dell’Agere Artificiale” ma sempre meno amico degli uomini.

Un universo in cui gli esseri umani potrebbero correre il rischio di “diventare inavvertitamente parte del meccanismo comportando non solo una separazione tra agere ed intelligere, ma un’inversione della relazione tra i due, mettendo l’intelligere al servizio dell’agere […] (cit. Luciano Floridi) (2).

Ecco che, a mio avviso, per scongiurare tale scenario, occorre che in tutti i campi del sapere umano, dall’arte alla medicina, passando per la politica e l’architettura, si attui uno sforzo che porti a sviluppare una “(Po-)Etica dell’AI”.

Occorre “produrre” (dal greco poièo) una “teoria del vivere” (dal greco ethikos) in cui si ritorni – con ovvi richiami a Kant – a considerare l’Uomo come traguardo da raggiungere e non come mezzo: “agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo.” (3).

L’obiettivo che la Collettività deve porsi (anche per godere pienamente dei vantaggi offerti dal progresso tecnico-scientifico) è quello di costruire un futuro a misura “dell’Intelligere umano” e non “dell’Agere artficiale”.

Perché, come scritto dallo stesso Prof. Floridi, nel suo ultimo testo (4) “… Le tecnologie aumentano e migliorano ogni giorno. Tuttavia, per salvare il nostro pianeta e noi stessi, anche da noi stessi, possiamo e dobbiamo utilizzarle molto meglio; basti pensare alla diffusione di disinformazione relativa al Covid-19 sui social media o all’inefficacia delle cosiddette app per il coronavirus. La pandemia è stata la prova generale di quello che dovrebbe essere il progetto umano per il ventunesimo secolo, un matrimonio stabile e fruttuoso tra il verde (ndr. tutti i nostri habitat) e il blu (ndr. tutte le nostre tecnologie digitali). Possiamo farne un successo insieme e facendo affidamento su più e migliore filosofia, non su meno. […]”.

Ora, quasi a voler estremizzare il concetto di (Po)etica dell’AI, nella speranza che questa “migliore filosofia” possa essere presa seriamente in considerazione da tutti e inizi a guidare il nostro cammino verso il Metaverso, di seguito riporto alcune mie personalissime riflessioni in versi, pubblicate in “Lockarmi e curarmi con te” (5):

LA MACCHINA

Mi dicono essere precisa

perfino intelligente.

Rapida, nello sbrogliare

il filo ed il quesito.

Ti risponde a tono.

Qualcuno suggerisce,

addirittura, senza forzatura,

che presto ci sostituirà.

Forse già domani, non appena

l’algoritmo sarà risolto.

Quando pure lei riuscirà

a scrutar negli occhi,

dove vive Dio e ronzano i dolori,

dove s’aprono schiusi misteri

e sparse briciole d’amore.

In fondo è cosa fatta

questa macchina è già qui

e presto ci sostituirà.

Non appena saprà piangere.

Anche ora che la luna, vuota,

in questo cielo si nasconde

e gioca a rincorrere le nubi.

 

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Un pezzo di giornale

con parole nere e ben stampate.

Parla di una nuova intelligenza

quella sempre pronta e artificiale.

Mi distraggo, rapito da una gazza

che furtiva irrompe qui nel prato,

l’ammiro in tutto il suo splendore,

chioma bianca e scura, nera inchiostro.

Il pensier si perde nell’immenso Tutto,

dove cerco l’artificiale che non trovo.

Sorrido. 

Sicuro del Mistero che ci attornia,

meraviglioso e certo rompicapo

pure per un computer intelligente.

 

di Zairo Ferrante

 

Bibliografia Minima:

  • “Intelligenza artificiale”, Luciano Floridi, Federico Cabitza (Bompiani 2021)
  • “Immanuel Kant – Fondazione della metafisica dei costumi, in Scritti morali”, traduzione di Pietro Chiodi (UTET 1995)
  • “Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide”, Luciano Floridi (Cortina Raffello Editore 2022)
  • “Lockarmi e curarmi con te – Un uomo, un medico e un paziente”, Zairo Ferrante (Bertoni editore 2022)

 

Zairo Ferrante, medico radiologo, poeta e scrittore, vive a lavora a Ferrara; dove è anche Docente incaricato di insegnamento presso l’Università degli Studi di Ferrara. Autore di diversi libri di poesia e di prosa, nonché di pubblicazioni scientifiche, anche in ambito etico e deontologico. Attualmente ricopre gli incarichi di Segretario Regionale per l’Emilia-Romagna del Sindacato Nazionale Radiologi (Snr); consigliere in carica della “sezione di Etica e Radiologia Forense” della Società Scientifica Italiana di Radiologia Medica ed Interventistica (Sirm); componente del Collegio di Revisori dei conti dell’OMCeO di Ferrara. In campo letterario ha pubblicato le raccolte di prosa e poesia: D’amore, di sogni e di altre follie (Este Edition, 2009); I bisbigli di un’anima muta (CSA Editrice, 2011), Come polvere di cassetti (David and Matthaus, 2015), Itaca, Penelope e i maiali (Edizioni Il Foglio Letterario, 2019) e Lockarmi e curarmi con te (Bertoni editore, 2022). Dal 2009 è il promotore del DinAnimismo, movimento poetico/artistico, che segue insieme ad altri Artisti e Scrittori. Suoi scritti figurano su diverse riviste e periodici culturali, sia on-line che cartacei. È inserito in numerose antologie collettive ed alcune sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, francese e cinese.

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