Giornata mondiale delle malattie reumatiche: una panoramica a 360 gradi delle problematiche del paziente, aggravate dalla pandemia

Cosa sono le malattie reumatiche? Cosa intendiamo quando parliamo di artriti? Si tratta di patologie tra le più comuni al mondo, eppure la maggior parte delle persone non ne ha mai sentito parlare. O almeno non sa in cosa consistano e in che modo inficino la vita dei pazienti affetti. Il 12 ottobre si tiene ogni anno, dal 1996, la Giornata mondiale delle malattie reumatiche (World Arthritis Day), un’occasione per far conoscere e richiamare l’attenzione globale su queste patologie.

“È il momento di puntare i riflettori su patologie che non sono considerate molto importanti, anche perché vengono erroneamente associate agli anziani e considerate dolori che vengono con l’età”, commenta Antonella Celano, Presidente dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare. Certo, la maggior parte dei pazienti ha più di 65 anni, ma quasi il 30% dei malati è più giovane di questa età e alcune patologie possono colpire adolescenti e addirittura bambini.

Ad oggi le malattie reumatiche sono oltre 150 e colpiscono 5 milioni e mezzo di italiani (quasi un decimo della popolazione), rappresentando, nel nostro Paese, la seconda causa di disabilità, dopo le patologie cardiache. Sono malattie invalidanti, croniche, caratterizzate dall’infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli, causando un dolore a volte costante. La pandemia da Covid-19 ha reso ancora più problematiche le condizioni di questi pazienti: si tratta di persone spesso fragili che hanno riscontrato non poche difficoltà nel reperire i farmaci e nel comunicare con il proprio reumatologo durante i mesi più critici.

“Non è sufficiente parlare di queste patologie solo una volta l’anno”, come sottolinea Celano. Il World Arthritis Day permetterà comunque di fornire una panoramica delle problematiche del malato reumatico a 360 gradi. Sarà un’opportunità di conoscere le patologie, capirne le implicazioni sui pazienti e anche per ricordare l’importanza di una diagnosi precoce. Se vengono individuate in tempo le malattie reumatiche possono essere meno problematiche e invalidanti, al momento, però, il tempo medio per diagnosticarle è di diversi anni.

La situazione attualmente è ancora più problematica a causa del Covid-19, spiega Celano. Secondo un’indagine APMARR sono state fatte molte diagnosi in meno, circa il 40%. “Le prime visite sono state cancellate o rimandate e le liste d’attesa ora sono talmente lunghe che è difficile sapere quando si potranno effettuare i controlli prenotati mesi fa”.

Per questa ragione l’Associazione ha coinvolto le farmacie presenti sul territorio nazionale che aderiscono a Federfarma in un progetto di informazione del paziente per promuovere la conoscenza delle malattie reumatiche. “Crediamo molto nella farmacia dei servizi”, anche perché le farmacie sono state un punto di riferimento fondamentale nel periodo Covid-19.

“Il periodo Covid-19 ci ha dato un’altra grande lezione”, conclude Celano “bisogna sviluppare il territorio, e dare alle persone costrette a casa i mezzi per curarsi”.

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