Vitamina D e catelicidina possono modulare barriera cutanea e infezioni nella DA

La dermatite atopica (DA) è una malattia infiammatoria cronica in cui alterazioni della barriera cutanea e colonizzazione da Staphylococcus aureus (SA) giocano un ruolo fondamentale. Un crescente corpo di prove suggerisce che un elemento chiave in questo processo sia la catelicidina, un peptide antimicrobico la cui espressione è fortemente dipendente dai livelli di vitamina D (VD). Nei pazienti con DA, spesso caratterizzati da carenza di vitamina D, si osserva una ridotta produzione di catelicidina, che può contribuire sia alla compromissione della barriera che all’aumento della sensibilità alle infezioni.

Una revisione pubblicata su Nutrition Research ha analizzato in modo sistematico 68 studi per valutare il ruolo della catelicidina nella dermatite atopica, esplorando in particolare come l’integrazione di vitamina D possa influenzare la fisiopatologia della malattia. Secondo quanto riportato, la carenza di vitamina D si associa a una riduzione dell’espressione di catelicidina e a una maggiore colonizzazione da Staphylococcus aureus. Nei soggetti con livelli sierici insufficienti, la somministrazione di vitamina D a dosaggi compresi tra 1000 e 2000 UI al giorno per 1–3 mesi ha favorito un aumento dei livelli di catelicidina, migliorando la funzione della barriera cutanea e riducendo la carica batterica da Staphylococcus aureus. Nei soggetti con livelli normali di vitamina D, invece, non sono emersi benefici clinicamente rilevanti da una integrazione. Pertanto, l’impiego della supplementazione risulta giustificato solo in presenza di valori sierici carenti o insufficienti. La revisione suggerisce che un intervento nutrizionale mirato possa rappresentare una strategia aggiuntiva nella gestione dell’AD, soprattutto in pazienti con infezioni ricorrenti e risposta infiammatoria persistente. “I nostri risultati indicano che la vitamina D può agire come modulatore chiave della risposta antimicrobica e della funzione barriera nella dermatite atopica, ma solo in condizioni di carenza documentata” conclude Tess Connell, del Centre for Nutrition Education and Lifestyle Management, Wokingham, Regno Unito, autrice principale del lavoro.

Fonte bibliografica

Nutr Res. 2025 May 21:139:113-123. doi: 10.1016/j.nutres.2025.05.006. Online ahead of print.

 

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