Danilo Risi
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Il progetto nasce con l’ambizione di contribuire a rafforzare il dialogo tra i protagonisti del sistema salute. Se ci pensiamo, una delle più grandi lezioni che la pandemia Covid 19 ci ha lasciato è stata proprio la consapevolezza della profonda interconnessione e del rapporto intimo e delicato tra gli esseri umani, gli animali e il Pianeta. Di fronte a questo dato, in un tempo in cui il cambiamento climatico accelera zoonosi e la diffusione di malattie transfrontaliere, abbiamo la responsabilità di aumentare la consapevolezza e l’attenzione, a partire da chi, ogni giorno, si prende cura della nostra salute e di quella degli animali: medici di medicina generale, farmacisti, veterinari.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Il progetto mira a tradurre in pratiche quotidiane quelle azioni che promuovono l’interconnessione tra le più importanti professioni sanitarie locali, come medici di medicina generale, medici veterinari e farmacisti. Di fatto, è una “chiamata all’azione” ai professionisti che si distinguono per impegno, attenzione e promozione della salute unica per celebrare le pratiche che favoriscono l’interconnessione tra queste professioni sanitarie di prossimità, dando quindi valore aggiunto ai cittadini in termini di salute. Attraverso la creazione di una piattaforma online, tutti i professionisti in possesso dei requisiti, definiti da un Comitato Scientifico composto dagli esperti delle principali associazioni e società scientifiche del settore, hanno avuto la possibilità di candidarsi per poter ottenere il riconoscimento di “One Health Ambassador” e diventare ulteriori amplificatori di questo approccio alla salute. Le candidature pervenute sono state valutate dal Comitato sulla base dei criteri prestabiliti per ognuna delle tre professioni. Durante la premiazione sono stati invitati al Senato della Repubblica alcuni dei premiati, e un rappresentante per categoria ha avuto la possibilità di esporre la propria best practice, in presenza tra gli altri del Sen. Francesco Zaffini, Presidente della X Commissione e Giovanni Leonardi, Capo Dipartimento One Health del Ministero della Salute.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Il primo risultato importante è stato il coinvolgimento di tutti i protagonisti del sistema salute che hanno riconosciuto l’esigenza di un impegno comune sul tema: dodici rappresentanti delle tre professioni (medici di medicina generale, farmacisti, veterinari) nel Board scientifico indipendente costituito da dieci associazioni di categoria. Coordinati dal prof. Vella e dal Dott. Gaudioso, hanno supportato una call to action che ha visto una risposta importante tra medici di medicina generale, veterinari e farmacisti. È la dimostrazione che c’è voglia e disponibilità a migliorare il dialogo e l’interconnessione tra questi mondi. Continueremo a lavorare in questa direzione portando anche i cittadini ad accompagnare attivamente questo processo.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Nel corso degli ultimi anni c’è stato un grande sforzo a mettere al centro il concetto di One Health. La principale sfida che abbiamo davanti è ora quella di dare attuazione ai principi che ad esso sono collegati definendo un approccio che, tra i cittadini e gli stakeholders della salute, non perda mai di vista la necessità di un sistema interconnesso. In questa direzione, considerare il veterinario come un interlocutore fondamentale e agevolare il dialogo con i protagonisti della salute umana è una sfida che va raccolta e vinta per il benessere di tutto il Pianeta e di chi lo abita.
Qual è l’aspetto principale del CSR Project che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Credo che i progetti di CSR possano avere senso solo se mossi dal desiderio di restituire valore aggiunto al sistema di cui si fa parte, alla comunità alla quale si appartiene. Sarebbe un peccato se li immaginassimo solo con lo scopo di aumentare la reputazione aziendale perché perderemmo una grande opportunità: grazie a quello sforzo più ampio, infatti, possiamo migliorare l’ambiente in cui operiamo. La conseguenza sarà che di quel miglioramento, che non sarà più di un singolo ma di sistema, di filiera, beneficerà senz’altro la collettività, ma insieme anche le aziende che di quella collettività sono parte integrante in una logica che non è win-win, ma è di fatto partenariato.