Carlotta Bianchini
Vittoria Castellani
Vittoria Castellani
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Carlotta Bianchini (CB): Il progetto è nato nel novembre del 2023, quando il nostro Direttore della Comunicazione Esterna, Biagio Oppi, ha proposto alla Direzione Medica di tenere una lezione al corso di “Comunicazione d’Impresa” presso l’Università di Bologna, al fine di approfondire gli aspetti clinici, fisiopatologici ed epidemiologici della patologia emicranica. L’obiettivo dell’iniziativa era di offrire ai ragazzi l’opportunità di applicare le competenze teoriche in un contesto reale, lavorando a un progetto di sensibilizzazione sull’emicrania rivolta ai loro coetanei. Volevamo evidenziare quanto l’emicrania rappresenti un peso significativo per chi ne soffre, con un impatto profondo sulla qualità della vita. Partendo da una solida base di conoscenze sulla patologia, gli studenti hanno successivamente ideato e realizzato numerose campagne di sensibilizzazione sul tema.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Vittoria Castellani (VC): Dopo la selezione di più di 50 proposte, le studentesse hanno sviluppato quattro campagne digitali, pubblicate da ottobre 2024 a gennaio 2025, su tutti i canali digitali di Comm To Action: gruppo di lavoro di comunicazione d’impresa e relazioni pubbliche che coinvolge studenti, laureati e laureandi. Il progetto ha evidenziato quanto sia forte il divario tra la gravità della patologia e la consapevolezza che ne hanno i giovani. Per colmarlo, sono state adottate strategie comunicative capaci di unire rigore scientifico, empatia e chiarezza attraverso linguaggi accessibili, ironia e contenuti dinamici, vicini alla Generazione Z. I messaggi chiave delle campagne hanno evidenziato l’importanza di una diagnosi precoce, per evitare che la patologia si cronicizzi, e la diffusione di informazione corretta per combattere lo stigma.
Che risultati avete o volete raggiungere?
(VC): Il progetto ha riscosso l’interesse sia dei media specializzati che di quelli generalisti, raggiungendo quasi 100.000 contatti e un’ampia partecipazione online, con post e condivisioni — in particolare su Instagram. L’iniziativa ha inoltre ricevuto un riconoscimento da Pfizer Italia, dedicandogli uno spazio sul proprio blog. La Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) ha proposto di utilizzare il logo della campagna “Non perderci la testa!” come visual ufficiale per la Giornata Nazionale del Mal di Testa, coinvolgendo le autrici nella divulgazione di contenuti. Il progetto ha incluso anche interviste e testimonianze di pazienti, come quella di Alessandra Sorrentino – Presidente dell’Associazione Pazienti Alleanza Cefalalgici (Al.Ce.). In sintesi, il progetto ha saputo unire creatività, coinvolgimento diretto e collaborazione intergenerazionale, favorendo una reale crescita della consapevolezza sull’emicrania.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
(CB): Sebbene i sintomi dell’emicrania siano estremamente invalidanti, chi ne soffre tende spesso a minimizzarli. I pazienti emicranici sono frequentemente oggetto di giudizi errati, accusati di esagerare una sintomatologia, percepita come “non così grave”. L’emicrania è una malattia neurologica altamente disabilitante, che si manifesta non solo con la cefalea, ma anche con un insieme di sintomi importanti che compromettono profondamente la qualità della vita. Sensibilizzare le nuove generazioni su questo tema è fondamentale: significa offrire loro gli strumenti per riconoscere la patologia e restituire dignità alle persone che ne sono affette. I giovani, se adeguatamente informati, possono davvero diventare motore di cambiamento anche in questo ambito. Per noi è stato emozionante vedere il loro coinvolgimento, la curiosità nei loro occhi e la profonda empatia con cui si sono avvicinati al tema.
Qual è l’aspetto principale del Communication Project che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
(CB): Un buon piano di comunicazione dovrebbe partire necessariamente da una solida conoscenza scientifica della patologia e dalla consapevolezza del forte impatto sociale che essa esercita sulla vita del paziente, in tutte le sue dimensioni.
(VC): Questa collaborazione tra sanità, media e istituzioni rappresenta un modello virtuoso che potrà essere replicato e ampliato, rendendo la comunicazione non solo uno strumento di informazione, ma anche di cambiamento culturale e sociale.