Annapaola Mistretta
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
L’idea di “Lo so anch’io” è nata dalla volontà di promuovere una corretta informazione, sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e della ricerca in oncologia. Negli ultimi anni, l’immuno-oncologia ha introdotto un nuovo paradigma nel trattamento di diverse neoplasie modificando in modo significativo la storia naturale di queste patologie. ll progetto si rivolge non solo ai pazienti oncologici, ma all’intera cittadinanza, con l’obiettivo di promuovere un dialogo trasparente, capace di rafforzare la fiducia nella scienza, valorizzare il ruolo cruciale degli investimenti in ricerca e sviluppo e sottolineare come l’innovazione possa tradursi concretamente in maggiore salute e nuove prospettive di cura
Potrebbe descriverlo brevemente?
“Lo so anch’io” è una campagna nazionale di sensibilizzazione, ideata da Bristol Myers Squibb, che racconta i profondi cambiamenti apportati dall’immuno-oncologia nel trattamento dei tumori. Avviata due anni fa, la campagna si è sviluppata su cinque diverse piattaforme, integrando attività sul territorio con strumenti digitali. Abbiamo inaugurato il progetto con tre conferenze stampa nelle principali città italiane – Roma, Milano e Napoli – dove clinici di riferimento e presidenti delle associazioni pazienti hanno presentato i dati più significativi in termini di sopravvivenza e miglioramento della qualità della vita. Questi incontri hanno rappresentato un momento di confronto diretto e autentico, dando voce sia agli esperti sia a chi vive la malattia in prima persona. Inoltre, l’installazione della “macchina del tempo” nelle principali piazze italiane ha dato la possibilità ai cittadini di ripercorrere le tante tappe nel trattamento dell’oncologia fino all’arrivo dell’immunoterapia in Italia e di confrontarsi e dialogare con le associazioni pazienti consultando materiale informativo dedicato. Per approfondire i temi trattati, sono stati prodotti video informativi e un portale web dedicato facilmente accessibili.
Che risultati avete o volete raggiungere?I risultati ottenuti sono stati significativi e testimoniano il crescente interesse del pubblico sui temi della salute e il valore di una comunicazione chiara e autentica.
La campagna in tutti questi anni ha ricevuto:
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Nonostante gli importanti risultati raggiunti, resta ancora molto da fare. La forza del progetto risiede nella capacità di coniugare razionalità ed emozione, stimolando curiosità e partecipazione attraverso esperienze dirette, testimonianze e strumenti digitali, con l’obiettivo di rafforzare la cultura della prevenzione. In questi mesi, si stanno avviando interessanti collaborazioni esterne per continuare l’amplificazione del progetto con testimonial nuovi e attivando modalità di interazione originali.
Qual è l’aspetto principale del Patient Advocacy Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Il principale aspetto continuerà ad essere la capacità di coinvolgere e di dare voce ai pazienti e alle associazioni, rendendoli attori attivi e consapevoli del cambiamento portato dalla ricerca scientifica. La Patient Advocacy è sempre più centrale nel promuovere la sensibilizzazione del cittadino, favorendo l’accesso a informazioni corrette e affidabili. Solo grazie alla collaborazione tra clinici, associazioni e industria si potrà continuare a migliorare la qualità della vita e la fiducia nella scienza.