Ana Sbutega
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
“Policrisi” è il termine che ci lascia la pandemia: uno shock sanitario, sociale ed economico che ci insegna quanto sia superato affrontare le crisi sanitarie solo con la lente della salute. L’obesità, tra le principali minacce alla salute pubblica, richiede un approccio sistemico per non diventare la prossima emergenza. In Italia, 6 milioni di persone convivono con l’obesità, 23 milioni sono in sovrappeso e oltre 200 patologie croniche vi sono correlate. Dopo anni in cui la politica si è concentrata solo sulla prevenzione, oggi si intravede un cambio di passo: nuove proposte di legge riconoscono finalmente l’obesità come patologia cronica complessa. Il progetto nasce per alimentare il dibattito pubblico e politico sull’urgenza di riportare l’obesità al centro dell’agenda sanitaria, valorizzando il punto di vista di pazienti, scienza e territori.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Nell’ambito dell’European Congress on Obesity a Venezia, l’iniziativa ha riunito istituzioni, associazioni pazienti, industria e comunità scientifica italiane ed europee per un confronto sull’impatto dell’obesità e sul bisogno di politiche più coraggiose. Tre roundtable hanno affrontato aspetti epidemiologici, percezione pubblica, prospettive scientifiche ed esigenze dei pazienti. È stato inoltre presentato il policy paper “Obesità in Italia: percezioni, costi e sfide per il futuro” realizzato da I-COM e IPSOS, che include anche un sondaggio sulla percezione pubblica dell’obesità.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Abbiamo costruito un’alleanza tra scienza, pazienti, industria e istituzioni, fondata su contenuti autorevoli e bisogni concreti, per spingere verso una legislazione efficace. L’iniziativa ha rafforzato l’impegno parlamentare e sensibilizzato l’opinione pubblica. Secondo IPSOS, oltre il 50% dei cittadini fatica ancora a riconoscere l’obesità come patologia. L’evento ha generato ampia copertura mediatica: 135 testate coinvolte e 32 milioni di lettori.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Sfide complesse richiedono soluzioni complesse. Il percorso parlamentare ha già visto approvare una proposta di legge in prima lettura e istituire un fondo dedicato. Ora è fondamentale consolidare la collaborazione tra tutti gli attori per trasformare davvero le tutele in realtà. L’ultimo miglio richiede impegno collettivo.
Qual è l’aspetto principale dell’Institutional & Patient Event che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Costruire un dialogo democratico stabile, orientato non solo alla sensibilizzazione ma anche alla collaborazione concreta tra scienza, pazienti, industria e politica. Oggi la politica ha bisogno di visibilità ma anche di strumenti realizzabili. Ascoltare i bisogni dei cittadini e comprendere le esigenze delle istituzioni è l’unico modo per costruire soluzioni efficaci e sostenibili, nel segno dell’interesse pubblico.