#lsea2025
L'esperienza dell'integrazione
AO di Perugia e USL Umbria 1 nella
gestione dei percorsi dei pazienti dislipidemici
Alain Bevilacqua
Come è nata l’idea di questo progetto e a chi si rivolge?
L’idea si è sviluppata intorno alle peculiari caratteristiche di somministrazione del prodotto e valutando il suo sviluppo futuro. L’assenza di un percorso paziente regionale condiviso, la variegata forma di distribuzione e rendicontazione tra USL della stessa regione e la successiva somministrazione avrebbero esposto il paziente e prescrittori ad un impegno organizzativo importante, tutto ciò a scapito dell’aderenza terapeutica e successivo drop out del paziente con possibile spreco di risorse. I due beneficiari principali sono: il paziente in primis, il quale può recarsi al Centro di Salute/Casa di comunità più vicina, (Domiciliazione delle cure DM 77/2022), e il SSR che in questo modo aumenta la qualità dei propri servizi aumentando la risorsa tempo, minor afflusso al centro specialistico, programmazione degli acquisti, sicurezza sul prodotto che rimane in capo al personale sanitario, servizio di recall. Il processo in oggetto ha l’ambizione di costituire un tassello in grado di migliorare i percorsi ospedale/territorio rendendoli tracciabili e applicabili in altre aree terapeutiche simili.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Oggetto della presente attività è quello di analizzare la presa in carico di particolari sottogruppi di pazienti in trattamento nella continuità terapeutica tra ospedale e territorio (A-PHT). I farmaci antidislipidemici oggetto di questa analisi necessitano di prescrizione specialistica e sono spesso soggetti a Registri di monitoraggio AIFA o PT WB. Nel caso specifico Inclisiran, dopo la fase di induzione, prevede una somministrazione in ambiente sanitario ogni sei mesi. Questo aspetto ci pone nella condizione di monitorare costantemente il calendario delle somministrazioni dei pazienti al fine di garantire appropriatezza, aderenza, persistenza evitando il drop-out. Il gruppo di lavoro interaziendale ha sviluppato un’iniziativa tra Ao di Perugia e USl1 dí Perugia della durata di un anno, al fine di:
Che risultati avete o volete raggiungere?
È stato avviato un report dopo i primi 4 mesi di avvio del progetto. Innanzitutto, dei tre Centri di Salute sanitari individuati nella fase iniziale, su richiesta, ne sono stati aggiunti altri due arrivando ad un totale di cinque. 114 i pazienti arruolati. Per ciascun paziente aderente è stata creata una cartella clinica personale contenente l’informativa al trattamento dei dati, scheda paziente e il piano terapeutico di ogni somministrazione. Questo sistema sembra permettere una gestione ottimale della comunicazione con i pazienti e il tracciamento preciso di ogni infusione, potenziando la corretta aderenza. Il centro raccolta dati consentirà nel 2026 di ottenere un report completo sulla qualità di vita, mediante somministrazione di Survey Quality of Life al follow up, aderenza alla terapia, eventuali reazioni avverse e efficacia a lungo termine. L’Ambizione di tale progettualità è quella di estenderla a livello regionale e fornire un’infrastruttura che possa essere utile anche in altre situazioni.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Abbiamo raggiunto un buon grado di coinvolgimento di tutte le figure implicate nel processo, quando un’attività nasce da esigenze reali e concrete l’entusiasmo mostrato è tangibile. Spesso diamo per scontato che le attività dopo la firma siano state comprese e fruibili; invece, ci accorgiamo che è necessaria una fase di comunicazione.
Qual è l’aspetto principale del Market Access & Public Affair che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Credo che tale funzione debba ancora essere ben compresa dagli stakeholder istituzionali nonostante il notevole livello formativo che il Market Access ha avuto negli ultimi anni. Inoltre, ha bisogno ancora di molti spazi dove comunicare a tutti i referenti del Sistema Salute le attività svolte a sostegno dello stesso. Tornando alla domanda, affermare il proprio ruolo all’interno dei sistemi sanitari regionali, mostrando la propria competenza e capacità analitica in grado di fornire soluzioni innovative ed equilibrate all’interno di uno contesto complesso dove spesso le normative attuali non sono più adeguate ad affrontare le nuove sfide in Sanità.