Daniela Marsico
Gaia Canevari
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Considerando che il mondo della medicina negli ultimi anni è fortemente impattato dalla trasformazione digitale, abbiamo ritenuto importante attenzionare questo aspetto creando un progetto inedito, dedicato ai dermatologi italiani, per ottimizzare la gestione del paziente affetto da malattia psoriasica. Con questo presupposto, abbiamo strutturato un programma differenziante e innovativo che affrontasse l’integrazione dell’AI – e di altre tecnologie correlate al mondo della dermatologia – con l’aspetto più “tradizionale” del rapporto medico-paziente (ovvero la parte human), così da trovare un bilanciamento tra questi due aspetti, imprescindibili e necessari in ottica “Ready for the Future”. E da qui, il titolo del progetto!
Potrebbe descriverlo brevemente?
Il progetto si propone, dunque, di offrire un’opportunità unica a livello formativo, esplorando l’uso delle tecnologie digitali combinandole con l’umanizzazione delle cure nella gestione dei pazienti affetti da psoriasi. “Ready for the Future” è stato pensato con i clinici e, allo stesso tempo, è rivolto ai clinici stessi. Ed ha avuto inizio nel 2024 con una masterclass di due giorni che ha coinvolto 23 dermatologi under 40 provenienti da tutta Italia. Durante la quale, si sono svolte presentazioni frontali, TedTalk, workshop e attività altamente interattive, integrando i contenuti scientifici con quelli Human&Innovation. Avendo riscontrato pareri molto positivi, nel 2025 abbiamo pensato di potenziare il progetto attraverso una serie di podcast, in questo caso espandendo il target a tutti i dermatologi italiani. Attraverso un piano editoriale mensile, appoggiandoci ad una piattaforma Novartis, abbiamo previsto otto podcast che affrontano tematiche quali: Digital Twins, Large Language Models (LLM) e l’impatto della patologia sulla QoL del paziente.
Che risultati avete o volete raggiungere?
L’edizione 2024 del progetto ha ottenuto risultati significativi in termini di coinvolgimento e partecipazione, come ad esempio:
Per l’edizione in corso del 2025 stiamo misurando la performance in termini di numero di visite al portale e di ascolti dei podcast. Anche in questo caso i risultati finora sono promettenti:
Un aspetto che ha contribuito a questi ottimi risultati è l’event journey strutturato attorno al progetto, che ha sfruttato l’utilizzo di ben otto diversi canali di ingaggio, mantenendo una forte presenza digitale (WhatsApp, mass mail, RTE, landing page, podcast, F2F, video pillole, flyer cartacei).
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Considerando il progetto “Ready for the Future”, ci sono diversi aspetti su cui possiamo ancora lavorare per ottimizzare ulteriormente la formazione in ambito immunologico, pensando, ad esempio, ad altre patologie dal forte impatto in termini di QOL del paziente. In primo luogo, è essenziale continuare a integrare le tecnologie digitali nella pratica clinica quotidiana considerando i continui rapidi progressi in questo ambito; in secondo luogo, ci piacerebbe far evolvere il programma anche considerando i need specifici dei pazienti GenZ (ie. maggiore sensibilità emotiva, digital attitude)
Qual è l’aspetto principale del Marketing Project che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Nel contesto di profondo cambiamento che l’immunologia sta vivendo grazie all’AI e all’analisi dei big data, uno degli aspetti fondamentali del progetto è quello di continuare ad accompagnare i clinici in un percorso evolutivo verso una medicina del futuro. Un futuro in cui innovazione e umanizzazione delle cure non si escludono, ma si integrano in maniera armonica. L’obiettivo è comprendere come connettere questi due mondi, valorizzando le potenzialità del digitale per ottimizzare la gestione clinica del paziente, senza perdere di vista l’aspetto umano della cura.