Vincenzo Nuzzi
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
L’idea è nata all’interno del contesto mutevole che si era venuto a creare con il Covid. Con un approccio proattivo e se vogliamo innovativo, abbiamo avuto il “coraggio” di cambiare un posizionamento storico (principalmente sul dolore osteoarticolare) di un brand ben consolidato per evidenziare in maniera più efficace tutte le caratteristiche e i vantaggi intrinseci dell’Ibuprofene. Un nuovo posizionamento più in linea con le nuove esigenze del mercato e con i bisogni di medici, farmacisti e pazienti.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Basandoci su un solido razionale scientifico condiviso con esperti, a partire da ottobre 2022 abbiamo lanciato il nuovo posizionamento di Ibuprofene «Tripla A»: non solo Antinfiammatorio e Analgesico, ma anche Antipiretico. Due sono le parole chiave: sinergia e omnicanalità. Sinergia perché la nuova strategia di comunicazione, seppur mirata e specifica per ogni target (medici, farmacisti e pazienti), è molto coerente in termini di messaggio. Omnicanalità perché è stato fondamentale amplificare il messaggio su tutti i possibili canali di comunicazione oltre a quelli classici come face to face. In questo senso i nuovi canali digitali (newsletter, RTE, banner, campagne editoriali con provider esterni) ci hanno aiutato molto a creare una strategia di comunicazione integrata e sinergica.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Grazie a questo nuovo posizionamento, l’Ibuprofene ha fin da subito rafforzato il suo percepito di utilità e completezza di azione relativamente alle più frequenti forme di disturbi stagionali. Questo da un punto di vista di impatto dell’iniziativa sul mercato. Un altro risultato altrettanto virtuoso è stato quello organizzativo interno: abbiamo costruito un super team cross-funzionale affiatato in cui ogni collega è stato parte attiva nella creazione della strategia (Marketing OTC e RX, Medica, Regolatorio, Digital, Operations e partner esterni).
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Credo molto nell’innovazione quindi sicuramente l’evoluzione dei mercati passerà dalla ricerca di nuove molecole, ma credo anche che sfidare lo status quo possa portare a vantaggi significativi per pazienti e stakeholder con i mezzi e le molecole di cui già disponiamo. Innovazione può significare anche nuovi posizionamenti, nuovi approcci terapeutici, nuove forme di somministrazione di molecole già utilizzate. E poi c’è tutto il tema di un mondo che evolve in termini di touchpoint e di canali di comunicazione di cui bisogna sempre più tenere conto nell’implementazione delle future progettualità.
Qual è l’aspetto principale dell’Omnichannel & Multichannel Project che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
A mio avviso, per poter trarre vantaggio in maniera più efficace dalle nuove tecnologie e i nuovi touchpoint a disposizione delle aziende, bisognerà accelerare il percorso verso un approccio che passa da un concetto di strategia multicanale a un concetto di omnicanalità in cui il messaggio e il contenuto della comunicazione continuino ad essere rilevanti, ma sempre più integrati e coerenti con le differenti tipologie di canale di comunicazione.