Werner Suzzi
Federica Losi
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Werner Suzzi (WS): Il progetto, a cui Pierre Fabre Pharma ha dato un supporto non condizionante, è nato da un’idea dell’associazione EuropaColon Italia Aps con cui collaboriamo da tempo. L’obiettivo era rivolgersi in modo innovativo e accattivante alle persone con più di 45 anni su Facebook, parlando del tumore al colon-retto. Spesso, chi non è direttamente toccato dalla malattia tende a ignorare il problema. La reazione frequente degli over 50 quando si parla di prevenzione, tumori, diagnosi o test molecolari è “Non voglio sapere”. L’obiettivo è stato di superare queste barriere generazionali, portando il messaggio anche a chi è più difficile da raggiungere e coinvolgere.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Federica Losi (FL): L’idea è stata quella di sensibilizzare sull’importanza dei test per le mutazioni genetiche nel tumore del colon retto, essenziali per individuare tempestivamente le terapie più adatte. Giocando sul concetto di “test”, si è sottolineato come alcuni test facciano solo perdere tempo e altri lo facciano guadagnare. Quindi, sono stati creati una serie di quiz che apparentemente sembravano dei “test simpatici” come quelli che si trovano su FB, ma in realtà comportavano una serie infinita di domande (“infinite test”) senza arrivare ad una conclusione. Quando la persona si stanca di perdere tempo e preme il pulsante per chiudere il gioco, inizia la fase di reveal che prevede una serie di messaggi che portavano a scegliere tra: condividere la campagna su FB; selezionare e condividere con i propri follower un differente quiz tra quelli proposti; guardare un video in cui diversi specialisti approfondivano degli argomenti legati al tumore al colon-retto, generando in questo modo un’opera di sensibilizzazione.
Che risultati avete o volete raggiungere?
WS: Per una campagna di solo 1 mese (dicembre 2024), i risultati sono stati sorprendenti. La landing page della campagna è stata vista da quasi 20mila persone, la pagina FB da 2milioni, i video degli esperti sono stati visti da più di 400mila persone. A questi risultati si aggiunge un CTR (click to rate) del 47% della newsletter inviata dall’associazione ai soci, iscritti e sostenitori. Questi risultati dimostrano l’efficacia e l’impatto della campagna. La capacità di raggiungere un pubblico così ampio e di generare interesse attivo è un segnale positivo che indica come la creatività e l’originalità nel portare il messaggio possano fare la differenza.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
FL: Purtroppo, in termini di prevenzione e consapevolezza, c’è ancora molto da fare. Le campagne di questo tipo sono numerose e spesso si fa fatica a distinguerle, il che può portare a una reazione di abitudine in cui le persone percepiscono i messaggi come già sentiti, anche se parliamo di patologie diverse. Tuttavia, non possiamo fermarci perché la conoscenza della malattia è in continua evoluzione, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati alla sua caratterizzazione molecolare e allo sviluppo di strategie di trattamento sempre più innovative. Questo deve tenere il passo con una costante opera di sensibilizzazione e di informazione su questi temi ai pazienti e ai loro caregivers, primi attori e figure sempre più coinvolte nel percorso di cura. Intercettare eventuali nuovi bisogni e dare risposte con attività coinvolgenti può essere la chiave per tenere costantemente alto l’interesse per queste campagne di informazione e stimolare l’adesione ai programmi di screening.
Qual è l’aspetto principale della Patient Advocacy Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
WS: L’aspetto su cui si dovrà lavorare molto sarà quello di pensarle “out of the box”, puntando sulla creatività e originalità di come viene portato il messaggio. In un mondo saturo di informazioni, è cruciale distinguersi con campagne che catturino l’attenzione e stimolino l’interesse del pubblico. L’uso di tecnologie interattive e social media può aumentare il coinvolgimento, rendendo le campagne più efficaci. Inoltre, personalizzare i messaggi o il modo in cui questi vengono diffusi anche in base a criteri demografici e comportamentali può aiutare a raggiungere il pubblico in modo più diretto e significativo. Solo così possiamo sperare di avere un impatto duraturo e positivo. Nei prossimi anni, la sfida sarà mantenere alta l’innovazione e l’originalità, adattandosi alle nuove tendenze e alle esigenze in continua evoluzione delle persone.