#lsea2025

Il Fil Blanc
del Fibroma

Valentina Gattaino

Il progetto “Il Fil Blanc del Fibroma”, realizzato da Lo.Li. Pharma, è un programma formativo innovativo che unisce aggiornamento scientifico ed esperienza emotiva per sensibilizzare sulla patologia del fibroma uterino. A parlarcene è Valentina Gattaino, Event Manager di Lo.Li. Pharma. Parte del team anche Federica Tonelli, Medical Advisor; Matteo Iervolino, Responsabile Medica; Mario Sionno, Responsabile Marketing; Gaia Al Mudarris, Responsabile Comunicazione; e Valentina Gianni, Graphic Designer.

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
L’idea nasce dall’ascolto delle pazienti, e da una riflessione condivisa tra i team medico, marketing ed eventi: com’è possibile che una patologia così diffusa come il fibroma uterino sia ancora trattata in modo frammentario, sia nella pratica clinica che nella comunicazione?
Abbiamo voluto creare un progetto che unisse aggiornamento scientifico, racconto esperienziale e sensibilizzazione, rivolgendoci alla classe medica con una proposta che tocca sia la mente che la sfera emotiva. 

Potrebbe descriverlo brevemente?
“Il Fil Blanc del Fibroma” è un programma formativo che si articola in due momenti: un evento ECM con contenuti scientifici di alto livello sui fibromi uterini e le più recenti opzioni terapeutiche – con un focus anche sugli approcci integrativi validati dalla ricerca – e un evento emozionale, pensato per trasformare la conoscenza in esperienza, attraverso la performance artistica. Il filo conduttore è il “bianco”, simbolo di libertà per tante donne che, convivendo con i fibromi, evitano questo colore per paura delle perdite ematiche. Il gesto di indossare il bianco, condiviso da tutti i partecipanti, ha rappresentato un momento collettivo di consapevolezza e impegno. 

Che risultati avete o volete raggiungere?
Abbiamo raggiunto un importante traguardo in termini di coinvolgimento: oltre 120 specialisti presenti, otto KOL, un format che ha saputo coniugare contenuto scientifico e impatto emotivo. Il nostro obiettivo non è solo aggiornare i medici, ma offrire strumenti per rafforzare il legame con le pazienti e aumentare la sensibilità rispetto a una patologia spesso sottovalutata. Vogliamo che la formazione lasci il segno, che diventi occasione di trasformazione. 

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
C’è ancora molta strada da fare nella personalizzazione del trattamento e nella diffusione delle terapie meno invasive. Serve più formazione, più confronto tra specialisti, ma anche più spazio all’ascolto delle pazienti. Inoltre, va superata la tradizionale separazione tra contenuti scientifici e comunicazione emozionale: solo integrando questi due mondi possiamo costruire una medicina davvero centrata sulla persona. 

Qual è l’aspetto principale dell’ECM Education Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Credo che nei prossimi anni la sfida sarà trasformare l’aggiornamento scientifico in un’esperienza memorabile. I contenuti da soli non bastano: serve creare contesti che favoriscano il dialogo, l’empatia, il ricordo. L’integrazione tra rigore e narrazione sarà sempre più importante per stimolare l’apprendimento e favorire un cambiamento concreto nella pratica clinica. 



Homnya Srl | Partita IVA: 13026241003

Sede legale: Via della Stelletta, 23 - 00186 - Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 - Roma
Sede operativa: Via Galvani, 24 - 20099 - Milano

Popular Science Italia © 2025