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Aurora EV-ICD

Andrea Capano

“Aurora EV-ICD”, realizzato da Medtronic, è il primo defibrillatore impiantabile extravascolare che preserva il sistema venoso, riduce le complicanze a lungo termine e offre terapie avanzate come la stimolazione antitachicardica con un approccio mininvasivo. A parlarne è stato Andrea Capano, Country Business Director CRM. Parte del team anche Davide Soffiantini, Marketing Manager CRM, e Alessandro De Luca, Country Sales Manager Defibrillation Solutions.

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
“C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti” (H. Ford). È su questo principio che nasce l’idea del primo defibrillatore impiantabile extravascolare che, a differenza di quelli attualmente sul mercato, mantiene tutti i benefici dei sistemi transvenosi classici, offrendo una soluzione terapeutica adatta a tutti i pazienti. L’idea alla base di “Aurora EV-ICD” è superare i limiti dei defibrillatori tradizionali, unendo sicurezza, efficacia e minore invasività, preservando il sistema venoso. Dopo oltre un decennio di ricerca e sviluppo, Medtronic ha progettato un dispositivo che segna un punto di svolta nella prevenzione della morte cardiaca improvvisa, offrendo ai cardiologi una terapia unica sul mercato. 

Potrebbe descriverlo brevemente?
“Aurora EV-ICD” è il primo defibrillatore extravascolare che, grazie a un approccio mininvasivo, consente il posizionamento dell’elettrocatetere sotto lo sterno, al di fuori del cuore e delle vene. In questo modo preserva il sistema venoso, riduce il rischio di complicanze a lungo termine e, allo stesso tempo, essendo vicino al cuore, è in grado di erogare terapie avanzate come la stimolazione antitachicardica (ATP) interrompendo aritmie ventricolari potenzialmente mortali senza erogare dolorosi shock elettrici al paziente. Inoltre, il dispositivo è mininvasivo e ha un volume pari a circa la metà delle attuali soluzioni sottocutanee presenti sul mercato, con un impatto estetico significativamente ridotto. Questo contribuisce a una maggiore accettazione da parte del paziente, facilitando l’adozione di un dispositivo salva-vita. Nonostante le dimensioni ridotte, Aurora EV-ICD è il dispositivo extravascolare/sottocutaneo con la maggiore longevità attualmente disponibile sul mercato, superando gli 11 anni di durata della batteria. Questo si traduce in un minor numero di interventi di sostituzione nel corso della vita del paziente, riducendo i rischi e i costi procedurali e migliorando la qualità dell’assistenza. 

Che risultati avete o volete raggiungere?
Medtronic ha l’obiettivo di contribuire al benessere umano applicando l’ingegneria biomedica alla ricerca, progettazione e produzione di sistemi per alleviare il dolore, ridare la salute e prolungare la vita.  L’obiettivo di Aurora EV-ICD è pienamente allineato con la nostra missione aziendale: raggiungere il maggior numero possibile di pazienti affinché questa innovazione diventi una procedura cardiologica di routine, trasformando ciò che è ordinario in qualcosa di straordinario. 

Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
Nonostante i progressi significativi nella tecnologia dei defibrillatori impiantabili e nelle strategie di identificazione dei pazienti a rischio, la morte cardiaca improvvisa rappresenta ancora una delle principali cause di mortalità a livello globale. Oggi, molti pazienti che potrebbero beneficiare di una protezione preventiva non vengono identificati in tempo oppure l’adozione di soluzioni salvavita come i defibrillatori è ancora disomogenea.  È fondamentale promuovere una maggiore cultura della prevenzione, sia nei professionisti sanitari sia nella popolazione generale, per riconoscere precocemente i segni e i fattori di rischio della morte cardiaca improvvisa. 

Quali ritiene siano gli unmet needs di questa area terapeutica?
Per migliorare la stratificazione del rischio di morte cardiaca improvvisa servono strumenti più raffinati, integrati con algoritmi predittivi, imaging avanzato e intelligenza artificiale, per riconoscere precocemente chi è realmente a rischio. Il futuro passa da un approccio sempre più personalizzato, dove ogni paziente riceve la giusta terapia, al momento giusto, con il dispositivo più adatto al proprio profilo clinico. Ed infine occorre innovare senza compromessi: la tecnologia deve continuare a evolversi verso dispositivi sempre meno invasivi, più longevi, meglio tollerati dal paziente e capaci di integrare più funzioni terapeutiche. In questo contesto, “Aurora EV-ICD” rappresenta un primo passo concreto verso un futuro in cui l’innovazione è sempre più centrata sul paziente.



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