Tiziana Lansione
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
L’idea di realizzare il progetto “The Life Button” nasce da un’esigenza concreta e urgente: riportare l’attenzione sull’importanza dell’aderenza terapeutica nel tumore al seno. Nonostante i progressi della medicina e l’aumento delle possibilità di cura, ancora oggi molte pazienti interrompono le terapie ormonali prima del tempo, spesso per mancanza di informazioni o per gli effetti collaterali. Lilly ha voluto rispondere a questo bisogno con una campagna che non fosse solo informativa, ma anche profondamente simbolica ed emotiva. Il progetto si rivolge principalmente alle pazienti, ma anche ai caregiver, ai medici e a tutta la rete di supporto che accompagna le donne nel loro percorso di cura, con l’obiettivo di rafforzare la consapevolezza e il sostegno lungo tutto il cammino terapeutico
Potrebbe descriverlo brevemente?
Descrivere “The Life Button” significa raccontare una campagna che ha scelto un oggetto semplice e quotidiano – un bottone rosa – per rappresentare qualcosa di molto più grande: il legame con la vita, la costanza nel seguire le cure, la forza di non mollare. Il bottone diventa un simbolo tangibile, un promemoria gentile che ogni giorno ricorda l’importanza di restare connessi al proprio percorso terapeutico. La campagna è stata costruita con grande attenzione alla dimensione emotiva, ma anche con solide basi scientifiche e informative. È stata distribuita nelle Breast Unit e nei centri oncologici, accompagnata da materiali pratici e da una piattaforma digitale che raccoglie testimonianze, video e contenuti informativi per pazienti e caregiver affinché possano gestire al meglio il loro percorso terapeutico, assumere correttamente le terapie e gestire eventuali effetti collaterali.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Con la campagna “The Life Button” abbiamo già raggiunto risultati significativi, tra cui un’ampia sensibilizzazione sull’aderenza alla terapia con oltre 305 articoli pubblicati e più di 35mila persone raggiunte. Abbiamo ricevuto riscontri molto positivi dalla community online, che ha apprezzato fortemente il messaggio della campagna, così come dalla comunità scientifica, che l’ha riconosciuta come uno strumento utile e concreto nel supporto a clinici e pazienti. Il nostro obiettivo è continuare a consolidare e ampliare questi risultati, rafforzando la consapevolezza e il supporto alle donne affette da tumore al seno e ai loro caregiver. Vogliamo favorire una comunicazione sempre più efficace tra medico e paziente, sostenuta da iniziative che promuovano l’aderenza alle cure e la prevenzione, in modo da migliorare concretamente il percorso terapeutico e la qualità di vita delle pazienti. Inoltre, puntiamo a coinvolgere ulteriormente istituzioni, associazioni e clinici per creare un impatto duraturo e diffuso su scala nazionale.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
C’è ancora molto da fare. L’aderenza terapeutica è un tema complesso, che richiede un cambiamento culturale profondo. Serve una comunicazione più efficace tra medico e paziente, un’informazione più accessibile e continua, e soprattutto un approccio che riconosca l’aderenza non come un dovere individuale, ma come una responsabilità condivisa. È fondamentale che tutti – medici, familiari, istituzioni – si sentano parte di questo percorso e contribuiscano a creare un ambiente favorevole alla continuità delle cure. Le testimonianze raccolte nella campagna sottolineano quanto sia importante il supporto emotivo, la motivazione e la fiducia nel proprio percorso terapeutico
Qual è l’aspetto principale del Patient Advocacy Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Guardando al futuro, l’aspetto più importante del Patient Advocacy Program sarà la capacità di trasformare l’aderenza terapeutica da un concetto clinico a un valore sociale condiviso. Le associazioni pazienti avranno un ruolo sempre più centrale, non solo come portavoce dei bisogni delle persone, ma anche come partner attivi nella definizione delle politiche sanitarie e nella co-creazione di progetti di comunicazione e supporto. “The Life Button” è un esempio di come si possa partire da un gesto semplice per generare un cambiamento profondo, e rappresenta un modello virtuoso da cui trarre ispirazione per le sfide che ci attendono.