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Carpe Diem

Simona Comparoni

Sensibilizzare e informare gli oncologi sull’esistenza di un vaccino contro l’Herpes zoster anche per i pazienti oncologici. È questo l’obiettivo del progetto “Carpe Diem” realizzato da Gsk, presso l’Istituto europeo di oncologia, di cui abbiamo parlato con Simona Comparoni, Market Access Manager Vaccini. Parte del team anche Fabio Bordin, Regional Access Manager Lombardia, Daniela Mancusi, Medical Lead Vaccines e Gabriella Santorelli, Informatore Medico Scientifico Lombardia

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge? 
L’introduzione della raccomandazione per la vaccinazione anti-Herpes zoster (RZV) per i soggetti immunocompromessi nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale è avvenuta a seguito della disponibilità in Italia del vaccino RZV, il primo e unico vaccino utilizzabile per proteggere i soggetti immunocompromessi, tra cui i pazienti oncologici. Questi ultimi, a causa delle loro condizioni cliniche e delle terapie a cui sono sottoposti, presentano un alto rischio di sviluppare la malattia. Inoltre, l’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) ha pubblicato raccomandazioni specifiche per la vaccinazione dei pazienti oncologici. Essendo questa una novità assoluta, i percorsi vaccinali per i pazienti oncologici non erano ancora definiti. Era quindi necessario comprendere come integrare l’offerta del vaccino nei percorsi di cura dei pazienti, in modo che questi potessero usufruire del supporto organizzativo e operativo degli oncologi all’interno delle strutture ospedaliere. 

Potrebbe descriverlo brevemente? 
Il progetto si è sviluppato in quattro fasi: 

  1. Costituzione del board operativo: direttori sanitari, farmacisti ospedalieri, responsabili delle diverse divisioni Istituto europeo di oncologia (IEO) e igiene territoriale 
  1. Lancio della survey a tutto il personale IEO per tracciare il livello di conoscenza su: virus, valutazione del rischio della malattia nel contesto oncologico, vaccino e aspetti organizzativi dell’offerta vaccinale all’interno dell’Ente 
  1. Evento di restituzione del board operativo e diversi operatori sanitari dello IEO con parte di formazione, analisi di casi clinici reali e definizione del percorso vaccinale 
  1. Evento conclusivo con il coinvolgimento del board operativo, della direzione sanitaria e delle associazioni pazienti dello IEO con discussione del documento finale e diffusione interna del protocollo operativo agli operatori sanitari 
  1. Campagna di comunicazione dell’attività sui canali interi dello IEO (Facebook e Instagram) e diffusione della guida alla vaccinazione per i pazienti dello IEO (sito IEO) 

Che risultati avete o volete raggiungere? 

  • La presa in carico del progetto da parte della direzione generale e della direzione sanitaria che hanno saputo fare un’efficace cascata informativa sia verso gli operatori sanitari dello IEO sia verso i pazienti oncologici. 
  • L’effettiva apertura dell’ambulatorio vaccinale all’interno dello IEO e l’inizio dell’offerta vaccinale ai pazienti ad esso afferenti. 


Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
 
Continuare a informare gli oncologi del rischio aumentato che i loro pazienti hanno di sviluppare l’Herpes zoster e dell’esistenza di un vaccino che li può proteggere. È altresì importante che ci sia sempre un allineamento tra specialisti ospedalieri e igiene territoriale perché l’offerta della vaccinazione si concretizzi in percorsi vaccinali facilitati e che diventino parte integrante della presa in carico complessiva del paziente oncologico, anche in termini di prevenzione vaccinale. 

Qual è l’aspetto principale del Scientific Collaboration Program che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni? 
Trasferire il progetto “Carpe diem” come esempio virtuoso di partnership con istituti di eccellenza del nostro Paese, in tema di miglioramento di obiettivi di salute pubblica e di prevenzione del rischio di ammalarsi di una grave patologia, poco conosciuta ed ampiamente sottostimata, soprattutto nei pazienti fragili. 



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