“La mia salute non può aspettare” è una campagna realizzata da J&J Medtech Italy con la finalità di promuovere un ritorno alle buone pratiche cliniche pre-pandemia. Abbiamo approfondito l’argomento con Carla Sangiorgio, Communications and Public Affairs Director Italy, Johnson & Johnson MedTech Italia che ha realizzato il progetto insieme con i team di marketing di oncologia e bariatrica di Ethicon, e fibrillazione atriale di Biosence Webster.
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto?
Durante la pandemia abbiamo ascoltato le necessità degli operatori sanitari per cercare di supportarli al meglio e, dopo il primo anno di emergenza, ci raccontavano non solo delle difficolta che stavano affrontando a causa del numero di pazienti Covid, ma anche, e soprattutto, della difficolta di dover affrontare il trattamento di malattie in stadio avanzato a causa di diagnosi tardive e mancati screening. Da qui l’idea di indagare su quali fossero le motivazioni e l’impatto reale di questi ritardi con l’aiuto della Fondazione GIMBE e di Elma Research con i quali, rispettivamente, abbiamo deciso di analizzare i dati pubblici a disposizione e condurre dei focus group su gruppi di pazienti.
A chi si rivolge il vostro progetto?
A tutti i cittadini italiani, per esortarli a prendersi cura della propria salute e del proprio benessere, a non avere paura di andare in ospedale per il timore del Covid, ma prioritizzare le visite di prevenzione, screening e diagnosi anche attraverso l’impiego delle nuove tecnologie. Allo stesso tempo, insieme con le istituzioni italiane, le società scientifiche e con le associazioni pazienti patrocinanti, abbiamo voluto stilare un decalogo di raccomandazioni per la pronta ripresa del sistema sanitario nonché il ripensamento dell’attuale modello.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Abbiamo creato un sito, lamiasalutenonpuoaspettare.it, con informazioni pratiche per i pazienti affinché potessero orientarsi nei percorsi di diagnosi e cura nonostante le difficolta di accesso agli ospedali. Tali suggerimenti sono stati sviluppati per patologie quali il tumore al colon e al seno, la fibrillazione atriale e le malattie metaboliche, con la collaborazione dei presidenti delle società scientifiche e delle associazioni pazienti più autorevoli in Italia.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Siamo felici che la campagna abbia raggiunto la popolazione italiana; stimiamo che ciascun italiano abbia avuto, almeno due volte, potenzialmente accesso ai contenuti della campagna. La pandemia ci ha insegnato come ciascun cittadino può avere un ruolo determinante nei processi di prevenzione e cura e speriamo che il nostro sito abbia aiutato concretamente ad orientarsi in un momento davvero difficile per la nostra sanità. Allo stesso tempo abbiamo ribadito di essere pronti a collaborare con società scientifiche, associazioni pazienti e istituzioni al ripensamento dell’attuale modello di cura fornendo degli indirizzi che speriamo possano essere tenuti in considerazione.
Cosa ci sia ancora da fare in questo ambito?
J&J Medtech in Italia sta continuando ad investire in innovazione, formazione degli operatori sanitari e campagne di comunicazione rivolte ai pazienti cercando di continuare a supportare il sistema nel ritorno alle attività pre pandemiche, puntando molto sul ruolo delle tecnologie e sul coinvolgimento attivo dei pazienti nei percorsi di cura.
Qual è l’aspetto principale del Communication Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Credo fortemente nel ruolo che può avere la comunicazione aziendale per informare e sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione. Noi aziende del settore salute, insieme con i nostri partner scientifici, dobbiamo sperimentare nuovi modi di comunicare, usando nuovi canali e nuovi linguaggi per raggiungere sempre più persone e contribuire a migliorare la salute pubblica.