#lsea2025

Play Bigger:
a Human Capital Journey

Daniela Chiarini

“Play Bigger: a Human Capital Journey” è un programma volto a rafforzare l’identità aziendale e la cultura organizzativa attraverso formazione, comunicazione interna e creazione di community interfunzionali. A realizzarlo è PIAM Farmaceutici e noi ne abbiamo parlato con Daniela Chiarini, HR Manager. Parte del team anche Elena Larco, Compensation, Benefit & Organization Manager, e Francesca Romano, HRBP & Talent Acquisition Specialist.

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
“Play Bigger: a Human Capital Journey” nasce nel 2024 come risposta a una trasformazione aziendale profonda: la rapida crescita dell’azienda, l’integrazione tra PIAM e Bruschettini e la volontà di posizionare il capitale umano come leva strategica e come principale asset aziendale. In un contesto di cambiamento, abbiamo colto l’opportunità di costruire una cultura condivisa, capace di valorizzare sia le persone già presenti in azienda sia i nuovi assunti. Il progetto si rivolge a tutti i dipendenti con una particolare attenzione alle nuove generazioni, ai colleghi recentemente entrati in azienda, ai dipendenti senior e ai team interfunzionali. Play Bigger è stato concepito per rafforzare l’identità aziendale, promuovere la formazione continua e attivare una community consapevole e connessa. 

Potrebbe descriverlo brevemente?
Play Bigger è un programma articolato su tre dimensioni: 

  • Academy: un percorso di formazione e crescita per tutti i dipendenti volto allo sviluppo delle competenze, alla promozione di una cultura di apprendimento continuo e alla valorizzazione delle occasioni di incontro tra colleghi. 
  • Engagement & Communication: alla base della comunicazione c’è l’ascolto dei feedback e dei suggerimenti delle nostre persone, per questo è stata lanciata la prima Indagine di Clima. È stata rafforzata inoltre la condivisione e il coinvolgimento nella vita aziendale attraverso l’istituzione di Town Hall, la creazione della prima intranet e l’apertura della Pagina Vita su LinkedIn. 
  • People & Community: volto a ispirare il senso di appartenenza e attivare un’intelligenza collettiva diffusa attraverso la creazione di community trasversali per generare idee, innovazione e call-to-action, favorendo la contaminazione tra le diverse funzioni aziendali. 

Il progetto si fonda su sei pilastri chiave: ambizione, innovazione, impatto, crescita, coinvolgimento ed esperienza  

Che risultati avete o volete raggiungere?
I primi risultati sono incoraggianti: 

  • Oltre 1.000 ore di attività dedicate a incontri tra i dipendenti e il management aziendale 
  • Tutti i dipendenti coinvolti in masterclass dedicate alla formazione con esperti qualificati in diversi campi 
  • Il 50% dei dipendenti coinvolti nelle community 
  • Il lancio della Pagina Vita su Linkedin 
  • La pubblicazione della prima intranet aziendale 
  • L’introduzione della prima indagine di clima  
  • L’avvio di Town Hall periodiche


Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?

Siamo solo all’inizio, nei prossimi mesi continueremo a monitorare i risultati, lavorando in diverse attività per: 

  • Incrementare ulteriormente le ore di formazione 
  • Sviluppare le competenze attualmente presenti in azienda, valorizzando il potenziale delle nostre persone 
  • Ampliare i dipendenti coinvolti nelle community rendendoli sempre più protagonisti della vita aziendale 
  • Sostenere l’engagement delle nostre persone, anche lavorando sui feedback ricevuti dall’indagine di clima 
  • Aumentare la presenza e la visibilità su LinkedIn, per condividere con l’esterno la qualità della nostra cultura interna e del nostro ambiente di lavoro 

C’è ancora molto da costruire. La sfida è mantenere alta l’energia del progetto nel tempo, facendolo evolvere insieme alle persone che lo vivono. 

 Qual è l’aspetto principale dell’Internal Campaign & HR Project che sarà più importante, secondo lei, nei prossimi anni?
L’elemento cruciale sarà la capacità di ascoltare e co-progettare. In un mondo del lavoro sempre più dinamico, i progetti HR non possono essere solo top-down: devono nascere dal dialogo aperto e dalle idee condivise. Per questo Play Bigger mette al centro le persone come creatrici di valore. Nei prossimi anni, l’HR dovrà essere regista di comunità attive, in cui senso di appartenenza, benessere organizzativo e valorizzazione delle risorse, alimentano reciprocamente. In quest’ottica, l’ascolto non è solo uno strumento: è una cultura.



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