Un progetto, basato sulla metodologia LEAN, a supporto del paziente epatobiliare complesso affinché si possa migliorare il suo percorso di cura. È “Optimized Pathway for patients” realizzato da Johnson & Johnson MedTech Italy e noi ne abbiamo parlato con Stefania Bisogno, Customer Solutions Manager in Johnson & Johnson MedTech Italy. A realizzare il progetto un team cross-funzionale composto da diversi dipartimenti, tra cui: Strategic Solutions, Ethicon Franchise, Health Economics and Market Access (HEMA).
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto?
Johnson & Johnson MedTech ha l’obiettivo di supportare i sistemi sanitari di tutto il mondo per curare più pazienti, offrendo loro esperienze e risultati migliori. In tutti gli ambiti chirurgici in cui operiamo abbiamo evoluto il nostro portafoglio prodotti nell’ottica di un approccio sanitario basato sul valore, accompagnando la nostra offerta di dispositivi medici con una piattaforma di servizi, soluzioni e tecnologie in grado di influenzare l’intero percorso del paziente, con l’obiettivo di migliorare i risultati, ridurre le inefficienze e trattare più pazienti. Da qui nasce la collaborazione con l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti Epatici dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, centro di riferimento nazionale per il trattamento delle malattie del fegato. Il progetto è stato funzionale alla definizione e implementazione di un modello organizzativo adeguato e innovativo che ha permesso, attraverso la cooperazione e condivisione delle decisioni assistenziali-terapeutiche tra i diversi professionisti coinvolti nel percorso diagnostico, di efficientare le tempistiche di diagnosi e di avere una visione costantemente aggiornata dello stato di salute del paziente lungo tutto il percorso.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Il PPO (Patient Pathway Optimization) è un approccio sistematico basato sulla metodologia LEAN in cui viene mappato e analizzato il percorso ospedaliero del paziente e vengono identificate le relative aree di miglioramento. Il progetto ha avuto la durata di due anni e ha previsto la creazione di un gruppo di lavoro multidisciplinare costituito da chirurghi, infermieri, operatori amministrativi e anestesisti. Attraverso la metodologia LEAN, il progetto ha permesso di standardizzare e ottimizzare il percorso del paziente epatobiliare complesso, e misurarne l’impatto attraverso specifici indicatori di processo, come la riduzione dei tempi per l’intervento chirurgico (time-to-surgery).
Che risultati avete o volete raggiungere?
La sfida è stata quella di supportare il team ospedaliero nel:
- Migliorare l’esperienza del paziente
- Migliorare gli outcome in termini di efficienza e appropriatezza dei Key Performance Indicators (KPI) raccolti e analizzati durante l’intera durata progettuale
I principali risultati ottenuti sono:
- Riduzione fino al 40% del time-to-surgery per pazienti oncologici ad alta complessità
- Miglioramento dell’appropriatezza dell’allocazione dei posti letto in reparti chirurgici (<10% DRG medici)
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
La metodologia LEAN applicata al settore sanitario ha dimostrato di poter supportare le strutture ospedaliere affinché possano essere più efficienti ed efficaci erogando servizi sanitari di qualità, ponendo attenzione alla centralità del paziente offrendo quindi un processo di valore ai pazienti. Sarà quindi importante, attraverso strumenti come i Patient Support Program, fornire al sistema sanitario l’opportunità di innovare su tematiche come l’efficienza dei percorsi, la riduzione degli sprechi, la qualità di vita ed esperienza dei pazienti, la digitalizzazione e l’utilizzo sempre più diffuso di indicatori di percorso.
Qual è l’aspetto principale del Patient Support che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Durante la pandemia, anche in ambito chirurgico, abbiamo assistito ad una maggiore responsabilizzazione del paziente e ad un suo coinvolgimento attivo nel percorso di cura pre e post operatorio (patient empowerment). Il coinvolgimento attivo del paziente prevede che quest’ultimo, prima e dopo l’intervento chirurgico, segua un’attenta preparazione fisica e una corretta alimentazione nonché abbia un adeguato sostegno psicologico e un monitoraggio del suo stato di salute, al fine di migliorare gli esiti di cura e consentire al paziente di tornare più velocemente ad una vita normale. In questo, la trasformazione digitale e le tecnologie applicate al percorso del paziente dovranno ricoprire un ruolo chiave perché consentono di personalizzare la cura, ottimizzare ed efficientare i processi sanitari permettendo agli operatori sanitari di concentrarsi sulle attività ospedaliere e seguire allo stesso tempo da remoto più pazienti