Anna Citarrella
Come è nata l’idea di realizzare questo progetto e a chi si rivolge?
Il tumore al polmone rappresenta una delle principali cause di morbilità e mortalità oncologica in Italia. Solo nel 2023 si sono registrate circa 44.000 nuove diagnosi. Purtroppo, ancora oggi in Italia spesso la diagnosi avviene in fase avanzata, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni molto basso: il 16% negli uomini e il 23% nelle donne. È quindi urgente promuovere strategie di prevenzione, diagnosi precoce e accesso allo screening per le popolazioni a rischio. Da questa consapevolezza è nata l’idea di coinvolgere attivamente le istituzioni, sensibilizzarle e stimolare azioni concrete.
Potrebbe descriverlo brevemente?
Il progetto mira a sensibilizzare le istituzioni sull’importanza della diagnosi precoce e a promuovere il diritto allo screening gratuito per il tumore al polmone tra i soggetti ad alto rischio, attraverso una campagna di advocacy istituzionale e mediatica. Un gruppo multistakeholder, composto da associazioni scientifiche, associazioni di pazienti e istituzioni, ha lavorato sinergicamente per predisporre un position paper sullo stato dell’arte clinico e normativo, offrendo proposte concrete per l’introduzione dello screening. L’aspetto innovativo del progetto risiede nel coinvolgimento attivo delle istituzioni nella redazione e nella divulgazione del Paper. Questo è stato presentato ufficialmente il 26 settembre 2024 alla Camera dei Deputati, e successivamente inviato a tutti i parlamentari e rappresentanti delle istituzioni nazionali. Una campagna mediatica ha supportato l’iniziativa, con l’obiettivo di accendere i riflettori sul tema e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Che risultati avete o volete raggiungere?
Grazie alla campagna mediatica, sono stati pubblicati circa 800 articoli su media nazionali e regionali. Inoltre, il 2 gennaio 2025, l’Ospedale San Camillo di Roma ha avviato un progetto di screening per il tumore al polmone, rivolto a identificare i soggetti più a rischio di sviluppare questa neoplasia. Si tratta di un’opportunità importante per tutti i cittadini e le loro famiglie, poiché una diagnosi tempestiva rappresenta una leva essenziale nella lotta contro questa malattia. Ogni anno, in Italia, oltre 40.000 persone sono colpite da questa patologia, per la quale ancora oggi non esistono programmi di screening strutturati a livello nazionale. Inoltre, lo scorso luglio, presso l’Ospedale San Camillo si è svolto un summit internazionale a cui hanno partecipato istituzioni italiane ed esperti provenienti da tutta Europa, per discutere del valore della diagnosi precoce del tumore al polmone nei paesi europei. Anche questo rappresenta un risultato importante: il dialogo tra istituzioni, associazioni scientifiche e di pazienti continua, con l’obiettivo di abbattere le barriere all’accesso alla diagnosi precoce, non solo a livello nazionale, ma anche in Europa.
Cosa pensa ci sia ancora da fare in questo ambito?
È fondamentale proseguire su questa strada, perché la sfida principale è rendere lo screening capillare e accessibile a tutti i cittadini ad alto rischio, al fine di migliorare la sopravvivenza e garantire un sistema sanitario più sostenibile ed equo.
Qual è l’aspetto principale del Patient Advocacy Campaign che sarà più importante secondo lei nei prossimi anni?
Secondo me, l’aspetto più cruciale del Patient Advocacy nei prossimi anni sarà il rafforzamento di un dialogo aperto e costruttivo tra le istituzioni, i professionisti sanitari e le associazioni di pazienti. Bisogna eliminare definitivamente le barriere all’accesso alle cure, alla diagnosi precoce e ai programmi di prevenzione, creando un sistema sanitario più inclusivo, equo e capillare. Inoltre, il Patient Advocacy deve continuare a svolgere un ruolo attivo nel sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e delle diagnosi tempestive, promuovendo una cultura della partecipazione e della responsabilità collettiva. Questo coinvolgimento è essenziale per consolidare diritti e strumenti di tutela dei pazienti, favorendo politiche più efficaci e giuste. Nei prossimi anni, il Patient Advocacy sarà quindi determinante nel rappresentare le esigenze dei cittadini, promuovere innovazioni nel settore sanitario e contribuire a un sistema capace di rispondere al meglio alle sfide in questo mondo in rapido cambiamento.